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Malattie del fegato: andiamo dal medico

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Malattie del fegato: andiamo dal medico

a cura del Dr. Salvatore Ricca Rosellini

Le malattie del fegato possono coinvolgere tutte le normali funzioni dell'organo. In genere, però, le anormalità delle

attività del fegato si manifestano platealmente, nei pazienti con un'epatopatia, solo negli stadi più avanzati della

malattia.
Al contrario, nei pazienti senza sintomi, ma ammalati, l'esame clinico, i test di laboratorio o gli esami strumentali possono

riconoscere la malattia prima che la funzione epatica si deteriori e compaiano i sintomi dell'insufficienza epatica e dello

scompenso.
Le malattie del fegato devono essere distinte fra acute e croniche. Le malattie acute compaiono improvvisamente e in genere

la loro durata è limitata, sempre inferiore ai sei mesi. Al contrario, le epatopatie croniche insorgono lentamente e in modo

insidioso, durando anche anni o per tutta la vita, se non curate.
Le malattie acute sono spesso dovute ai virus - soprattutto epatite A ed epatite E (rara, ma non ove è presente), ma anche B,

Delta e C - ai farmaci e alle sostanze tossiche.
Le epatopatie croniche sono causate di frequente dall'alcol, dal virus dell'epatite C e dell'epatite B e, molto di rado,

Delta. Altre cause, come la steatosi epatica (l'accumulo di grasso nel fegato, cioè), sono molto comuni e possono evolvere

verso l'infiammazione (steatoepatite) e, raramente, degenerare in cirrosi. Al contrario, le malattie congenite da

sovraccarico di ferro o rame e quelle dovute ai meccanismi dell'autoimmunità sono più rare.
In ambulatorio
La diagnosi di una malattia del fegato richiede molti elementi: un incontro con il medico (che consenta di raccogliere la

storia del paziente ed eseguire l'esame fisico, la visita medica), test di laboratorio, esami radiologici e, in certi casi,

accertamenti endoscopici o la biopsia epatica.

La storia clinica
Anche nel campo delle malattie del fegato, come sempre in medicina, un punto fondamentale per la diagnosi è la "storia" del

paziente. L'anamnesi - anche così è chiamata dai medici, e il termine greco significa "ricordo" - può contenere informazioni

importantissime per comprendere il caso e riconoscere, eventualmente, la malattia. L'anamnesi, cioè, è la raccolta attenta,

dalla voce diretta del paziente o dei suoi familiari, di tutte quelle notizie che possono aiutare il medico a indirizzarsi

verso la diagnosi corretta L'alcol, che è una causa importante di epatopatia, deve essere noto, per qualità (birra, vino o liquori) e quantità assunta, così come le abitudini alimentari e l'attività fisica.

Che cosa occorre riferire al medico:
- Assunzione di alcolici (birra, vino, liquori)
- Abitudini alimentari e attività fisica
- Passate trasfusioni di sangue e pregressi interventi chirurgici
- Uso, anche remoto, di droghe
- Abitudini sessuali
- Viaggi o ingestione di cibi contaminati
- Assunzione di farmaci, estratti vegetali, integratori
- Esposizione a sostanze tossiche o ad altri rischi (anche per lavoro)
- Malattie del fegato nei familiari
- Sintomi (disturbi lamentati, in passato e recentemente)
I virus, spesso causa di epatite, si diffondono in vario modo e queste informazioni possono essere molto importanti per il

medico. I virus dell'epatite B, C e Delta si trasmettono, ad esempio e come abbiamo già visto, con il sangue e quindi notizie

riguardanti trasfusioni di sangue eseguite in passato o l'uso di stupefacenti per via endovenosa possono indirizzare verso la

diagnosi corretta. Anche le informazioni che si riferiscono alle abitudini sessuali e alle caratteristiche dei partner

possono aiutare, come nel caso dell'epatite B, a raccogliere utili indizi.
L'epatite A, sappiamo, si trasmette con acqua o cibi contaminati dal virus. È importante riferire circa i viaggi recenti e i

cibi consumati. Chi ha soggiornato a lungo in zone dell'Asia o dell'Africa dove l'epatite B è endemica, è a maggior rischio

di aver contratto la malattia. I farmaci, anche quelli assunti con prescrizione medica, possono causare danno al fegato così

come alcune erbe e sostanze ormonali contenute in certi integratori.
La storia professionale è importante come quella familiare. Quest'ultima può aiutare a definire la probabilità di alcune rare

malattie ereditarie, ma anche a sospettare la possibilità di contagio per le epatiti virali.
I sintomi delle malattie del fegato, come l'astenia (la stanchezza) o la depressione, non sono specifici, ma vengono

osservati in questi pazienti. I "sintomi", in medicina, indicano un'alterazione della normale sensazione del proprio corpo in

relazione ad uno stato patologico. L'ittero, il prurito, gli edemi, la distensione dell'addome e la sonnolenza o la

confusione mentale sono sintomi rari ma specifici solo per le forme più avanzate di cirrosi epatica.
Visita
L'esame obiettivo - la visita, cioè, durante la quale il medico valuta l'organismo della persona che ha di fronte - è

composto, innanzi tutto, dall'ispezione: dall'osservare il paziente nel suo complesso alla ricerca dei segni tipici delle

malattie del fegato.
Il termine "segno" nell'agire del medico, indica un reperto patologico, anomalo, riconosciuto nel paziente al momento della

vista e dell'esame obiettivo. Fra questi segni, d'interesse per le malattie del fegato, ricordo il colore della pelle che è

giallo nell'ittero, a volte con sfumature verdastre, o la presenza di atrofia muscolare che, a volte, si accompagna a

gonfiore delle gambe, dei piedi o dell'addome per un'abnorme ritenzione di liquidi.
Il peso del paziente è importante: occorre distinguere chi è obeso (a rischio quindi di accumulare grasso nel fegato) da chi

è malnutrito, a causa di una malattia cronica e tumorale che può averlo debilitato. Il peso va pure confrontato all'altezza

al fine di calcolare semplicemente l'indice di massa corporea (BMI) che può aiutare a distinguere chi è obeso da chi è

normale.
La cute, poi, se esaminata in dettaglio può evidenziare arrossamenti in corrispondenza del palmo delle mani, fragilità o

essere costellata, in alcune sedi come il dorso, da piccoli angiomi a forma di ragno (spider nevi, così sono chiamati per il

loro aspetto).
Nell'esame obiettivo è importante la palpazione manuale dell'addome. Il medico, con il palmo della mano destra e con l'aiuto

della sinistra, può così apprezzare la forma e le dimensioni del fegato, valutandone pure la consistenza. Anche la milza,

quando aumentata di volume, può essere palpata. La presenza di liquido in addome (l'ascite) è valutata anche con la

percussione (le dita della mano destra martellano quelle della mano sinistra, appoggiate in vari punti dell'addome del

paziente) che evoca, dove è presente il liquido, un caratteristico suono ottuso localizzato nelle parti più basse dell'addome

dove, in genere, si localizza l'ascite stessa. Ascite è un termine che proviene dal greco (askítes) e deriva da askòs, che

significa otre di pelle, un grande contenitore per liquidi che era usato nell'antichità. In certi casi, infatti, l'addome

somiglia proprio a un otre gonfiato e disteso a dismisura. La visita può riguardare anche il torace. Nei malati di fegato è

utile, infatti, escludere la presenza di liquido che può raccogliersi, come versamento pleurico, alla base dei polmoni,

particolarmente a destra.
Occorre però precisare che la maggior parte dei pazienti con malattie del fegato - come quelli con steatosi o epatite C -

presenta un esame obiettivo alla visita medica che è normale: le anomalie descritte sono caratteristiche solo dei casi di

malattie più avanzate come la cirrosi epatica, e in particolare quando è scompensata.