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Malattie non trasmissibili: l'Onu lancia l'allarme

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Malattie non trasmissibili. L'Onu lancia l'allarme
Federico Tulli
MEDICINA. Cancro, cardiopatie, diabete, ictus sono la causa di morte più frequente al mondo. Uccidono più di malaria e tbc, come

contrastarle? Se ne discute a New York la prossima settimana.
Cardiopatie, incidenti vascolari celebrali, diabete e cancro. Queste quattro malattie croniche provocano circa due terzi dei decessi nel

pianeta, più di tutte le altre patologie messe insieme. Gravando inesorabilmente sui sistemi sanitari di gran parte dei Paesi, "ricchi"

compresi, a causa dell'invecchiamento della popolazione e del diffondersi dei fattori di rischio associati alla mondializzazione e all'

urbanizzazione: tabagismo, sedentarietà, cattiva alimentazione o abuso di bevande alcoliche. Il delicato tema è al centro del vertice delle

Nazioni Unite sulle malattie non trasmissibili in programma il 19 e 20 settembre a New York. Si tratta del secondo summit dedicato alla

sanità dopo quello del 2001 sull'Aids ed è prevista una partecipazione massiccia per pianificare la nuova strategia di politica sanitaria

mondiale in materia di lotta alle più pericolose malattie. Del resto i numeri sono da brivido.
Nel mondo tre persone su cinque, 36 milioni ogni anno, muoiono per malattie non trasmissibili; pari al 63 per cento dei 57 milioni di decessi

globali. Di queste, nove milioni muoiono prima dei 60 anni, e quasi tutte (il 90 per cento) nei Paesi in via di sviluppo. parliamo quindi di

proporzioni epidemiche e di una minaccia più grave di infezioni come malaria, hiv e tbc. «Le malattie non trasmissibili - si legge nel

Rapporto sulle Mnt redatto dall'Organizzazione mondiale della sanità - causano un numero enorme di sofferenze e seri danni allo sviluppo

umano economico e sociale». Se non verranno presi provvedimenti efficaci, l'esplosione di queste patologie rischia di raggiungere livelli

incontrollabili anche dove la Sanità funziona. «Il rischio può comunque essere ancora scongiurato se le persone evitassero di "attivare" i

principali fattori di rischio: fumo, alcol, inattività cronica e alimentazione scorretta».
L'Oms calcola che quasi sei milioni di persone muoiono ogni anno a causa del tabacco; 3,2 per scarsa o assente attività fisica; 2,8 come

risultato di sovrappeso e obesità e 2,5 milioni per abuso di alcol. A far perdere di vista la dimensione reale del problema è una sbilanciata

concentrazione dei sistemi sanitari sulle malattie infettive. E con l'aumento dell'età media le cose sono destinate a peggiorare, specie nei

Paesi poveri. A New York sarà pertanto depositata la lista Oms delle 10 azioni da intraprendere per deviare dalla pericolosa china appena

descritta. Tra queste spiccano il divieto di fumo nei luoghi pubblici, l'inasprimento delle norme che vietano o limitano la pubblicità di

alcol e tabacco e l'accesso dei minori all'acquisto di liquori e sigarette. Infine, la riduzione di sale nel cibo.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)