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Malattie non trasmissibili, trentasei milioni di morti ogni anno: fondamentale la prevenzione

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Trentasei milioni di morti ogni anno per malattie non trasmissibili. Vertice all'Onu di New York
Ogni anno nel mondo, tre persone su cinque muoiono a causa di malattie non trasmissibili, come cancro, diabete, ictus, infarto e altre

patologie cardiovascolari, malattie respiratorie croniche. Una sorta di "epidemia globale", che colpisce all'80 per cento chi ha un reddito

medio o basso. Così ieri, per la seconda volta nella storia delle Nazioni Unite, i rappresentanti di 193 Paesi riuniti a New York per l'

Assemblea generale dell'Onu, si sono incontrati per dibattere una questione di sanità pubblica globale. La prima volta fu 10 anni fa per fare

il punto sulla lotta all'Aids. Preoccupa quindi grandemente l'Organizzazione mondiale della sanità, il fatto che le malattie trasmissibili

aumenteranno, nei prossimi 10 anni, dal 17 e fino al 24 per cento nei Paesi più poveri. "Ognuno di noi - ha detto il segretario generale

dell'Onu Ban Ki-moon - è stato vicino ad una persona la cui vita è stata cambiata, o stroncata, da una malattia non trasmissibile". Da qui

l'invito "a mettere a punto un piano d'azione omnicomprensivo", puntando il dito soprattutto sull'industria agroalimentare accusata di

guardare solo ai propri profitti, spesso a discapito della salute pubblica. Ha parlato di "un disastro al rallentatore" il direttore dell'

Oms, Margaret Chan, proponendo un piano di prevenzione al costo irrisoria di 1,2 dollari all'anno per persona. E se invece non si farà nulla,

il costo globale potrebbe raggiungere, entro 20 anni, i 30 mila miliardi di dollari. Tra le misure preventive: sono anzitutto campagne

informative sui danni della nicotina e contro l'eccesso di alcol, il divieto fumo nei locali pubblici, maggiore attività fisica, minore

assunzione di sodio. Oggi, la sfida maggiore per l'Oms - ha spiegato il direttore Chan - è contro malattie indotte da stili di vita malsani,

urbanizzazione selvaggia ed obesità dilagante, quest'ultima "segno che qualcosa è terribilmente sbagliato non a livello individuale" "ma al

più alto livello politico". Il mondo - ha concluso - deve nutrire i suoi 7 miliardi di abitanti, ma non lo può fare con cibo spazzatura". (A

cura di Roberta Gisotti)


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)