Mancanza di sonno? Come l'alcool
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di Gian Ugo Berti
Uno studio dell'università di Pisa dimostra che la mancanza di sonno (almeno 18 ore) ha gli stessi effetti di un tasso alcolemico superiore a quanto consentito per legge. Un'occasione per ricordare l'importanza di mettersi al volante riposati
PISA - Due giorni per il "ponte" di questo fine settimana, tre per quelli del primo maggio e del due giugno. Un calendario casualmente favorevole: ma i ponti, anche quando sono corti, non lo sono mai abbastanza per gli italiani. Si fanno programmi a tutto campo, senza voler perdere un minuto, ignorando stress e stanchezza. Così, magari dopo un'intensa giornata di lavoro, si prevede la partenza appena usciti dall'ufficio oppure, ancor peggio, se si è turnisti di notte, ci si mette al volante dopo aver timbrato il cartellino. Realtà diffuse che purtroppo spesso sono alla base d'incidenti, soprattutto quando il viaggio dura qualche ora. Le statistiche parlano di una percentuale tra l'1 e il 3% d'incidenti dovuti alla mancanza di sonno.
Sonno uguale alcool. Uno studio clinico - condotto da alcuni centri di Medicina del sonno, fra cui quello della clinica Neurologica, all'Azienda ospedaliera universitaria pisana diretta dal professor Luigi Murri - arriva a interessanti conclusioni sulla somiglianza degli effetti dovuti alla mancanza di sonno con quelli derivati dall'alcool.
La deprivazione di sonno (almeno 18 ore consecutive di veglia) altera le prestazioni di guida come se si avesse, nel sangue, una concentrazione di alcool superiore ai limiti consentiti dalla legge (che di 0,5 mg/dl).
Oltri alla capacità di reagire prontamente a un pericolo, va tenuto conto anche dell'aspetto comportamentale in senso lato: la mancanza di sonno e l'eccesso di alcool alterano le capacità di giudizio, aumentano l'aggressività e, complessivamente, portano a stili di guida più a rischio.
Le fasce orarie a rischio. La qualità e la durata del riposo prima della partenza, assieme al tipo di lavoro eseguito, hanno un valore prioritario e l'orologio "biologico" in ciascuno di noi, con l'alternanza luce-buio, sincronizza funzioni come ciclo sonno-veglia, temperatura corporea, secrezioni ormonali.
In condizioni normali, la sonnolenza presenta delle oscillazioni nell'arco delle 24 ore, con periodi di massima - intorno alle ore 23 ed alle 14 - e con fasi di alta vigilanza fra le 11 e le 19. L'incidenza degli incidenti, a conferma, è maggiore nelle ore del primo mattino, rispetto a quelle serali.
L'indagine: un test per valutare la prontezza dei riflessi. Il test di guida simulato consente d'ottenere una valutazione integrata della prestazione psicomotoria. Viene condotto mediante un simulatore interattivo di guida automobilistica su computer. Valuta nel complesso lo stato d'allerta, la processazione visiva, uditiva e cinestetica, la coordinazione, la destrezza manuale e l'attenzione sostenuta dal soggetto. Le più frequenti applicazioni del test in condizioni cliniche fanno riferimento alla valutazione degli effetti di sostanze (alcool, caffeina) e di farmaci (benzodiazepine, ipnotici, antistaminici).
Il problema generale è la sonnolenza. Il test di simulazione di guida si effettua in Italia, presso due centri con scopo unicamente di ricerca clinica, a Pisa e a Bologna. Il professor Fabio Cirignotta, responsabile del centro bolognese, spiega che l'indagine s'inserisce in un contesto diagnostico più ampio (la sonnolenza diurna) di qualsiasi natura. C'è gente che s'addormenta al tavolo di lavoro, mentre mangia, nell'ambito di una conversazione. Ancor più grave è comunque la situazione, per tali soggetti, ma non solo, di una sonnolenza che possa colpire durante la guida.
Le prove sono due: il test di "mantenimento della veglia" in cui il soggetto deve cercare di non addormentarsi in un determinato arco di tempo e quello opposto ( "latenze multiple"), nel quale alla persona in esame viene chiesto di addormentarsi volontariamante e valutare così la propensione con cui cade nel sonno. Dai risultati integrati si possono ottenere informazioni utili. Il test della simulazione di guida rappresenta, dunque, un particolare, non secondario aspetto d'indagine globale.