"Maratombra, mai più"
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«Certo che fare di questa città anche una Disneyland degli ubriachi mi pare davvero una follia». Il giudizio - politico - arriva da un tecnico come Marco Agostini, comandante di Polizia muncipale: memori di quel che già la seconda edizione aveva fatto presagire, i vigili avevano espresso parere negativo allo svolgimento della «Maratombra», poi autorizzata dalla Questura. Disagi e squallore - comprese le calli trasformate in orride e puzzolenti latrine - che si sono regolarmente presentati sabato, dopo un'intera giornata passata a bere vino a 0,50 euro il goto da parte degli 800 partecipanti alla «maratona dell'ombra» - tutti riconoscibili per la maglietta gialla che rivendicava con orgoglio: «Yes, we drink», «Sì, beviamo» - organizzata dall'associazione Brillo Parlante. Giovani provenienti un po' da tutta la regione, per aderire ad una manifestazione, con - sopresa - il patrocinio della Municipalità di Venezia, che ora tira il freno a mano. «Convocheremo subito gli organizzatori per chiedere conto di quello che è successo», commenta il presidente Enzo Castelli, «perché l'impressione è che la cosa sia sfuggita loro di mano e si sia "trevigianizzata", con il fatto che lì non si fa più. Stupisce, perché l'associazione Brillo Parlante - che riunisce molti esercenti, soprattutto della zona di Cannaregio - ha organizzato altre iniziative, enologiche e concertistiche molto curate in questi anni, più ristrette: certo, di vino se ne beveva alquanto, ma con tutt'altro approccio e senza finire a fare la pipì nelle calli. La stessa Maratombra era altra cosa: non dozzinali ombre di vino da cartone a 50 centesimi, ma una lista di una decina locali con selezioni enologiche particolari e musiche. Spiace un simile decadimento, con Venezia trasformata nello "sfogatoio" di chi non ha più l'appuntamento a Treviso. Ci siamo basati sull'idea dell'anno scorso, ma mi rendo conto che è tutt'altra cosa e non si ripeterà mai più».