Marche: dalla Regione un aiuto alle famiglie dei tossicodipendenti
Marche: dalla Regione un aiuto alle famiglie
Quando la droga entra a far parte della vita di un giovane si insinua a tutto diritto anche nella famiglia di quest'ultimo.
Ci entra da ospite indesiderata e diventa ogni giorno il nemico da combattere. Si tratta di una battaglia difficile e
sfiancante fino all'inverosimile, la cui vittoria non è mai scontata.
In queste guerre famigliari si introduce da oggi anche la Regione Marche che, per cercare di dare un aiuto concreto a
genitori e figli, ha deciso di lanciare una campagna informativa dal titolo Chi ama... chiama. Si tratta di un invito a
contattare il numero verde gratuito 800.01.2277, a cui rispondono operatori appositamente formati che effettuano una prima
analisi di ciascun quesito ricevuto e offrono un primo livello di informazioni. Gli operatori, valutato il caso, possono
orientare l'utente verso la rete dei servizi territoriali dell'ASUR, indicando nominativi di esperti, riferimenti telefonici,
orari, modalità per fissare un appuntamento e sede del colloquio: l'esperto può così delineare un percorso di presa in
carico, se ritenuto opportuno o necessario. La campagna, durerà almeno sei mesi - da ottobre 2010 a marzo 2011- e prevede il
passaggio in radio, sulla stampa quotidiana locale, sulle pubbliche affissioni, nonché l'utilizzo di servizi telefonici e
telematici di informazione e consulenza.
Le recenti ricerche sul fenomeno dell'uso di sostanze psicoattive evidenziano un'espansione progressiva del consumo tra i
giovani e gli adolescenti. Sebbene da tali studi emerga che la maggioranza di essi non ne fa uso, proprio all'interno di
questa maggioranza si collocano coloro che sono considerati a rischio d'assunzione, oltre a una minoranza significativa e
crescente di consumatori di sostanze psicoattive legali (alcol e tabacco).
«La scelta di svolgere la campagna informativa sui fattori protettivi anziché sui fattori di rischio - spiega l'assessore
regionale alla Salute, Almerino Mezzolani - è motivata da due elementi: il primo è che in questo modo si riduce al minimo
ogni rischio, non si entra nel merito di questa o quella sostanza, non le si nomina, evitando il pericolo di involontaria
pubblicità; non si etichettano negativamente alcune situazioni di divertimento giovanile, né si alimentano stereotipi. Il
secondo risiede nel fatto che la campagna mass-mediatica si rivolge prevalentemente al mondo adulto per stimolarne
atteggiamenti e comportamenti che possano meglio aiutare i ragazzi nella loro crescita e renderli più responsabili nelle loro
scelte».
«Si tratta - ha aggiunto l'assessore regionale alle Politiche sociali e alla Famiglia, Luca Marconi - di promuovere
atteggiamenti genitoriali e adulti che evitino il doppio errore, abbastanza comune, della sottovalutazione o della
drammatizzazione».