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Maria Rossi: «Uscire dalla dipendenza e riderci sopra»

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Lotta all’alcol
Oggi Maria Rossi al Cristallo
L’attrice di Zelig racconta il suo percorso «Uscire dalla dipendenza e riderci sopra»


di Daniela Mimmi


Dopo il concerto di Andrea Maffei e la sua Spritz Band, la settimana scorsa, prosegue al Teatro Cristallo il percorso culturale “@lcohol.bz”. Stasera il testimone passa a Maria Rossi con “Hai da spegnere?”. Ovvero: come uscire dalla dipendenza dell'alcol e riuscire a riderci su. “Hai da spegnere” è un divertente monologo scritto dalla stessa Maria Rossi e da Lucio Wilson. La regia è di Giancarlo Bozzo e Marina Senesi, le musiche sono di Alessandro Di Maio. Racconta così la Rossi in un passaggio del suo spettacolo: «Se non hai sigarette e non le vendono e raccogli da un posacenere comune una cicca (di un signore magari pulito e vestito bene) sei un nicotina-dipendente. Se al cinema hai la sensazione che ti cadano le orecchie, ti chini e le cerchi poi prendi un calmante e le trovi, sei un psicofarmaco-dipendente. Se entri in un bar e il barista ti chiama per nome e tu non sei mai stato in quel bar… sei alcolizzato!!! Io sono stata dipendente da: nicotina, psicofarmaci e alcool. L’unica dipendente che non ha mai preso un soldo! Se il tuo psichiatra ti accompagna in una clinica e ci stai un mese: o esci pazza o sei guarita!».


È difficile far ridere affrontando un argomento come l’alcolismo.

«Sì è difficile, ma per me è facile perchè ci sono passata e ne sono uscita. Sono stata astemia fino a 35 anni, l’alcol non mi è mai piaciuto, non mi piace adesso e neppure quando bevevo. Poi è morta mia madre e io non sono riuscita ad affrontare il lutto. Così ho cominciato a bere, 15-18 birre al giorno. Mi sentivo in colpa nei confronti di mio padre e dei miei fratelli che soffrivano anche loro, ma non bevevano, così bevevo ancora di più. Stavo già lavorando bene, ero da Costanzo, ma non mi rendevo conto che non ci riuscivo più, anche perchè io avevo solo il talento, e nessuna scuola».


Quando si è accorta di essere arrivata al limite?

«Quando, durante una registrazione di Zelig, sono caduta addosso a una donna seduta in prima fila. Anche allora il regista era Giancarlo Bozzi, e mi ha detto “Curati!”. Sul momento ci sono rimasta male, anche perchè lui è sempre stato carino con me. E invece lo faceva proprio per me. Il mio camerino, le mie borse, le mie scarpe erano piene di bottiglie di birra».


E quindi?

«Quindi la clinica. Non avevo scelta. E’ stato tremendo, soprattutto i primi 15 giorni, perchè ti tolgono tutto: fumo, alcol, psicofarmaci. Perchè io prendevo anche quelli. Uno, in corridoio, mi ha detto “Hai da spegnere?”. Gli ho chiesto se voleva accendere. “No, spegnere. Da accendere ce l’hanno tutti”. Da quella frase ho preso il titolo del mio spettacolo».


E una volta fuori dalla clinica?

«Innanzitutto non volevo uscire. La clinica diventa un nido protettivo. Poi ho ricominciato a lavorare, con umiltà, perchè non si ricomincia da dove si è lasciato. Si riparte da zero, anzi, sotto zero».


Cosa porta all’alcolismo?

«Nel mio caso la morte di mia madre, eccessiva fragilità e forse anche troppa sensibilità».


E quindi si è messa a scrivere questo spettacolo.

«All’inizio stavo molto male, anche se adesso fa ridere. Ho scritto quello che mi ricordavo, tante cose me le hanno detto gli amici perchè io non ne ero cosciente. Girando in bici per il mio paese, vicino a Reggio Emilia, ho riconosciuto una pianta sotto la quale avevo dormito, ma non lo sapevo. Lo spettacolo racconta la mia esperienza, dalla clinica in poi. E’ divertente, ma 3 o 4 scene sono abbastanza drammatiche. Il messaggio comunque passa molto bene proprio attraverso la risata. E’ uno spettacolo di cabaret che fa ridere, ma anche riflettere».


La cosa più brutta che le è successa?

«Una mattina mi sono trovata in terrazza a parlare con una tortora. Poi mi sono trovata con 4 costole spezzate e un polmone bucato. Immagino di essere caduta dalla terra cercando di parlare con la tortora, o mi sono buttata di sotto, non lo so. E poi ero brutta, grassa, pesavo 90 chili, sembravo un suino padano».


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://altoadige.gelocal.it/cronaca/2013/11/29/news/lotta-all-alcol-oggi-maria-rossi-al-cristallo-1.8207395


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)