Meno consumo nei locali? «E' colpa dell'anti-alcol»
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VERONA Cala il consumo del vino in Italia? Tutta colpa dei controlli anti-alcol. Detta da un produttore, sembra una tesi pro domo sua, ma spiegata da Nicola Manferrari di «Borgo del Tiglio», assume una valenza particolare. Sociologica, quasi. Perchè qui non si tratta di difendere l'abuso di alcolici tout court, ma fare la differenza tra abitudini storiche e distorsioni del momento, comportamenti socialmente negativi e semplici, lievi eccessi di persone mature in grado di intendere e volere. «I friulani adesso hanno paura - racconta - e secondo me è una follia che ha creato danni enormi, in primis ai ristoratori. Noi non siamo la Russia o l'Inghilterra dove la gente nei weekend si sfinisce per il puro gusto di sfinirsi,(*) qui il vino implica un abitudine di socialità, lo stare assieme, il piacere di bere un buon bicchiere. E invece, come sempre succede in questo Paese, le cose vengono stravolte dalle iperboli, anche giornalistiche. Non crederò mai, ad esempio, che possa essere ubriaco uno che ha un tasso d'alcol appena superiore allo 0,5(**) e personalmente ritengo che al volante possano fare più danni qualcuno con grossi problemi di vista o mia madre, che guida ancora a 83 anni, con i riflessi del caso... Basta decidere: criminalizzando chi beve un bicchiere di vino si va alla demonizzazione della bevanda - si infervora Manferrari - si trasforma l'intera società in un'accozzaglia di alcolisti anonimi, magari costretti a bere tra le mura di casa, trasformati in consumatori idioti e animali da tv». (f.b.)