Merate (LC): cocktail di alcol e droga, ragazza 17enne in rianimazione
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Diciasette anni e una notte tra alcol e droga da dimenticare. Nonostante tutto, la ragazza di Merate, in provincia di Lecco, può ringraziare la sua buona stella per essere sopravvissuta a quel malore che, nella notte tra sabato e domenica, l'ha colpita in un rave party a Ghedi (Brescia). In una di quelle serate dove lo «sballo» è l'unica regola a cui sottostare, dove la droga e l'alcol si fondono indissolubilmente con la musica assordante. Per la diciassettenne la festa è finita a metà party, intorno alle tre. Dopo aver perso i sensi è stata portata all'ospedale di Manerbio (Brescia) ed è stata subito ricoverata nel reparto di rianimazione. Inizialmente le sue condizioni sembravano gravi, poi sono migliorate con il passare delle ore. Ha scommesso la sua vita, ha rischiato di perderla in cambio di un party a base di cocktail di stupefacenti. Perché quello che anno trovato i carabinieri della compagnia di Verolanuova (Brescia), durante i controlli nella discoteca, è un vero e proprio elenco di sostanze mortali che hanno portato all'arresto di due persone: una studentessa di 19 anni di Cassano d'Adda, trovata con francobolli imbevuti di Lsd e due dosi di cocaina; e un coetaneo di Darfo Boario Terme (Brescia) che aveva hashish, marijuana e Lsd. Quella notte gli ingredienti c'erano proprio tutti. Quest'ultimo rave party non è stato diverso da quelli che ormai vengono organizzati sempre con maggior frequenza in tutto il paese. Gli stessi rave party che hanno ucciso lo scorso anno la sedicenne Nicole Pasetto e la diciannovenne Kristel Marcarini. E gli stessi che quest'estate hanno strappato la vita alla 23enne Laura Lamberti e a un ragazzo israeliano di 26 anni.
Morti senza senso perché non sono riuscite a fermare questa roulette russa. Perché hanno lasciato soltanto un vuoto nelle loro famiglie, ma che non valgono da precedente ai loro coetanei. La festa continua. Nonostante tutto, la musica non si ferma. Kristel Marcarini era una sciatrice che amava i rave party. Una mezza pasticca, acquistata a 20 euro in una discoteca di Orio al Serio (in provincia di Bergamo), poi il coma e la morte. Una sola pasticca, questa volta sciolta in una bevanda, è bastata anche a Nicole Pasetto per accasciarsi sulla spiaggia degli Alberoni a pochi passi dal Lido di Venezia. Anche quello era un rave party, organizzato con il passaparola, sul web. Due camion che diffondevano musica techno a tutto volume, un chiosco che distribuiva alcol a fiumi e tanti minorenni in cerca di emozioni forti. Il fisico di Nicole non ha retto allo sballo ed è morta. E la storia si ripete. Quest'estate a rimetterci la vita è stata Laura, colpita da un'overdose in un rave party organizzato nelle campagne salentine. A poche ore di distanza, in Molise, un altro rave party ha ucciso un ventiseienne di origine israeliana.
Si urla l'allarme, eppure la festa continua. Ecstasy, Lsd, chetamina, popper, marijuana, skunk. I party vanno avanti e senza droghe non c'è festa. Senza droga non c'è sballo. Senza sballo non ci sono emozioni. Non si balla se il cervello funziona. Non ci si diverte una notte se la stanchezza impone un freno. Bandire la droga dalle feste non funziona. Con qualche accortezza si può spacciare anche sotto il naso di qualche poliziotto. Bandire le feste non serve a nulla, quando con qualche click su Internet, migliaia di giovani si danno appuntamento nei posti più assurdi. Alla fine quando si interviene, il danno è già stato fatto. Prevenire, perseguire, sequestrare e arrestare. Ma la musica non si ferma. La festa alla fine deve continuare.
LSD. La dietillammide dell'acido lisergico, più comunemente conosciuta con il semplice acronimo Lsd, è una potentissima sostanza chimica che produce allucinazioni sensoriali. Bastano piccole dosi di questa droga per compromettere la stabilità neurologica e alterare completamente la realtà di chi la consuma. Le allucinazioni, che colpiscono tutti i sensi, possono portare il consumatore a compiere atti talmente irresponsabili e pericolosi che possono addirittura portare alla morte. Ad esempio, una sola dose può creare al consumatore l'illusione di saper volare e può indurlo a gettarsi da una finestra. Un consumo frequente, inoltre, può produrre allucinazioni anche lontane e staccate dal momento dell'assunzione della sostanza. In genere, è venduta sotto forma di polvere che può essere sciolta e ingerita, oppure può essere fumata. Il boom dell'Lsd risale agli anni ‘70 ma il suo consumo, che non ha mai registrato grandi numeri, è rimasto costante nel tempo.