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Metamfetamine e morbo di Parkinson, relazione pericolosa

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Metamfetamine e morbo di Parkinson, relazione pericolosa
fonte: Drug and Alcohol Dependence
Le metamfetamine e altri stimolanti del tipo amfetamine rappresentano la seconda classe di sostanze illecite più consumata al mondo. Poichè è stato dimostrato da più di 30 anni, in esperimenti su animali, che l'abuso di tali sostanze danneggia le aree del cervello destinate alla produzione di dopamina, alcuni ricercatori californiani hanno ipotizzato che il consumo di queste droghe potrebbe predisporre i consumatori a sviluppare in futuro il morbo di Parkinson, malattia causata dal basso quantitativo di dopamina nel cervello. I ricercatori hanno realizzato uno studio retrospettivo sulla popolazione californiana che ha coinvolto 40.472 individui di almeno 30 anni ospedalizzati a causa dell'uso di metamfetamine e/o amfetamine, tra il 1990 e il 2005. Questi soggetti sono stati messi a confronto con 207.831 pazienti ricoverati per appendicite ma non dipendenti da sostanze e 35.335 pazienti ammessi in ospedale per uso di cocaina. I risultati hanno mostrato che i soggetti con disturbo dovuto a metamfetamine e/o amfetamine, hanno avuto il 76% in più di probabilità di sviluppare il Parkinson rispetto a quelli che non hanno fatto uso di queste sostanze. Questo vorrebbe dire che, se si seguissero per un periodo di 10 anni 10.000 soggetti consumatori di metamfetamine e/o altri stimolanti del tipo amfetamine e altrettante persone della stessa età, razza e sesso provenienti da un campione di popolazione californiana, ci dovremmo aspettare approssimativamente 12 casi nel gruppo di controllo rappresentato dalla popolazione generale e circa 21 casi di Parkinson nel gruppo dei consumatori di metamfetamine.
Callaghan, R.C., Cunningham, J.K., Sykes, J., Kish, S.J., Increased risk of Parkinson's disease in individuals hospitalized with conditions

related to the use of methamphetamine or other amphetamine-type drugs, Drug and Alcohol Dependence 2011, Article in Press


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)