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"Mettiamoci in gioco": parte la campagna nazionale contro i rischi del gioco d'azzardo

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Gioco d'azzardo, parte la campagna nazionale contro i rischi

 

Gioco d'azzardo, parte la campagna nazionale contro i rischi"Mettiamoci in gioco": questo è il titolo scelto per la campagna nazionale di sensibilizzazione contro il gioco d'azzardo e i rischi legati alla ludopatia, presentata ieri a Roma presso la Federazione nazionale della stampa italiana. A lanciare l'iniziativa ben 16 organizzazioni di diverso genere, istituzioni, sindacati e associazioni di consumatori (Acli, Alea, Arci, Auser, Avviso Pubblico, Cnca, Conagga, Federconsumatori, FeDerSerD, Fict, Gruppo Abele, InterCear, Libera, Uisp).


Italia primo paese al mondo per spese pro-capite- Durante la conferenza stampa, i promotori hanno ricordato come il Codice penale limiti fortemente il gioco d'azzardo nel nostro Paese, sebbene nel 2011 siano stati spesi 80 miliardi di euro in lotterie, slot machine, poker, scommesse, immessi sul mercato a ritmi sempre più frenetici. Questa somma ha portato l'Italia ad essere il primo paese al mondo per spese pro-capite per il gioco d'azzardo, oltre a far sì che tale industria sia diventata una delle più importanti del paese. Il risultato di questa ingente spesa è stato il notevole aumento del numero dei giocatori, coinvolgendo anche tantissimi giovani, casalinghe e pensionati. Inoltre, circa il 2,2% della popolazione adulta italiana risulta essere a rischio per il gioco d'azzardo, se non addirittura vittima patologica. La crescita del numero dei giocatori è stata definita infatti "impetuosa, ma non indolore" con i costi sanitari, sociali, relazionali e legali del gioco d'azzardo aumentati in misura proporzionale.


Come viene spiegato in una nota "questa situazione allarmante è favorita anche da molti conflitti di interesse, a partire dal fatto che lo Stato stesso affida al Ministero del Tesoro e delle Finanze, fruitore di cospicue entrate economiche provenienti dal mercato dell'azzardo, il ruolo di tutelare i cittadini dai problemi sociali e sanitari correlati alle dipendenze patologiche indotte dalla progressiva espansione del settore".


Inoltre, "anche le mafie hanno fiutato l'affare, come testimoniato dalla Relazione della Commissione parlamentare antimafia del 2011, da molte inchieste della magistratura e dal rapporto di Libera 'Azzardopoli': il business del gioco d'azzardo costituisce un interesse specifico di infiltrazione delle grandi organizzazioni criminali e l'espansione del gioco d'azzardo legale non contiene, ma alimenta il gioco d'azzardo illegale. Senza contare il nesso tra gioco d'azzardo e usura, più volte sottolineato dalle fondazioni antiusura".


Obiettivi- Per tutti questi motivi, gli obiettivi principali della campagna sono il contenimento della crescita forsennata del gioco d'azzardo, l'aumento delle tutele per la collettività e i giocatori, e favorire gli interventi a favore dei giocatori patologici.


Più nel dettaglio, la campagna chiede di porre un freno, da parte dello Stato, al modello di ''liberalizzazione controllata'' del gioco d'azzardo in Italia; restituire un potere decisionale alle comunità locali; impedire la pubblicità del gioco d'azzardo con appositi divieti, non diversamente da quanto avviene per il tabacco; inserire il gioco patologico all'interno dei LEA, Livelli Essenziali di Assistenza previsti per i servizi sanitari; costituire un tavolo di confronto con le associazioni e i servizi impegnati nel settore, per definire una efficace campagna di educazione al gioco.


Michela Magrini


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)