338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Micro prostituzione: fattore scatenante per la dipendenza patologica

alcol sesso dipendenze donne giovani alcolismo

Offrire sesso in cambio di scarpe e vestiti griffati, ricariche per il cellulare, oggetti di culto fra gli adolescenti. A scuola e su internet. Un fenomeno nuovo fra le giovanissime, di età fra i 15 e i 17 anni, già conosciuto in altri paesi europei come «sex thing», ma che in Italia è ancora relativamente poco sondato. Luca Bernardo, è responsabile dell'unico Centro italiano che si occupa del problema, al Fatebenefratelli: «Cominciamo a raccogliere dati e presto sarà utile anche formare una rete con altre strutture».
Professore, quanti sono i casi conosciuti?
«La prima segnalazione a livello italiana è nostra. Dodici casi. Consideri i ragazzi che abbiamo in cura, 8 maschi e 4 ragazze, sono venuti da noi per problemi di bullismo, alcolismo e droghe leggere. Solo dopo, un po' per volta, hanno raccontato a medici e psicologi le loro vicende personali e quelle dei compagni, sino a rivelare un giro di micro-prostituzione nella comunità degli adolescenti».
Ma dove avviene lo scambio?
«Essenzialmente nei bagni della scuola, durante la ricreazione. Più raramente, ma succede, nei luoghi di ritrovo giovanile, nelle discoteche».
Questi ragazzi usano i contraccettivi?
«No. Spesso sono rapporti liberi, senza protezione, con il rischio di eventuali trasmissioni di malattie. L'atto sessuale viene compiuto in assoluta consapevolezza».
Perché?
«Generalmente sono ragazze carine spigliate. Si sentono e sono oggetto di desiderio da parte dei coetanei e questo desiderio ha un costo. Monetizzano in termini di oggetti il rapporto sessuale».
Non c'è un tariffario...
«Le ragazze non lo fanno per problemi economici, quasi mai arrivano da famiglie disagiate. Il cambio è sempre un oggetto di culto. Una particolarità: le ragazze preparano la rete per attirare i ragazzi, cercando di agganciarli con atteggiamenti e abbigliamento provocatori».
Ricorda qualche caso?
«Una ragazza ci ha raccontato di come accavallava le gambe e di come si vestiva, utilizzando tanga, autoreggenti e altri capi di abbigliamento intimo».
Un consiglio per i genitori...
«Parlare con i propri figli, non solo chiedendo com'è andata la scuola. Vuol dire sedersi a tavola, parlare di cronaca, parlare anche di sesso, argomento ancora tabù. Osservare i comportamenti. Mi viene in mente il caso di una ragazzina giunta da noi per problemi di alcolismo. A scuola si addormentava sui banchi. A cena, a casa, pure. Spesso era ubriaca. Eppure i professori non se ne sono accorti».
E i maschi?
«Non disponiamo di dati certi sulla prostituzione maschile minorile. Sono consumatori, diventano dipendenti».
Come si può correre ai ripari?
«Noi abbiamo attivato un percorso di cura, non nel senso di una medicalizzazione. Non c'è una pillola per guarire dal bullismo o dall'alcolismo. Si fa un percorso (02-63632903 il numero per accedere al servizio) insieme con degli esperti sul disagio giovanile. Vogliamo evitare che queste giovani donne, o questi giovani uomini, crescendo, utilizzino nel tempo questi sistemi anche nel mondo del lavoro».