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Milano: alcol, multe ai giovani, il rebus sull'età

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Divieto sui consumi per i minorenni, il Comune: da fissare il limite d'età. Sanzioni di 450 euro
È tutto pronto, manca solo il via libera finale del sindaco Moratti, che deciderà giovedì. Multa da 450 euro. Salomonica: per chi vende alcolici ai ragazzi e per gli stessi ragazzi sorpresi a bere. L'accordo tra l'assessore al­la Salute Giampaolo Landi di Chiavenna e il vicesindaco Riccardo De Corato è stato si­glato. La bozza di ordinanza pure. Rimane solo un detta­glio, che poi tanto dettaglio non è: sotto quale età far scattare il divieto. Sedici an­ni, come per esempio prescri­ve l'ordinanza emanata di re­cente a Monza, o diciotto, la versione più radicale caldeg­giata dall'assessore alla Salu­te. Giovedì la decisione fina­le, dunque, nelle mani del sindaco-ufficiale sanitario. Tutto comincia da Monza, si diceva. Dove la giunta Ma­riani ha inaugurato la stagio­ne della lotta all'alcol. Tem­po due giorni e Milano aveva già copiato l'idea. «Vietere­mo la vendita e il consumo di alcol ai minori», avevano rilanciato in tempi diversi sia Landi che De Corato. «Una nostra ricerca ci dice che il 40 per cento dei 15en­ni milanesi ha già vissuto l'esperienza di almeno una sbronza. A Milano si comin­cia a bere intorno ai 13 anni, alle prime festicciole con i compagni di classe. A 15 l' ubriacatura di massa è già re­gola», racconta il titolare alla Salute. Non bastasse, ci sono le testimonianze dei volonta­ri della Croce Rossa che rac­contano come al venerdì e al sabato sera il 50 per cento de­gli interventi serva a soccor­rere giovani e giovanissimi usciti malconci dalla bevuta di gruppo. Collegato al tema, poi, c'è il capitolo sicurezza stradale.
Sempre da un'indagine del Comune risulta che il 25 per cento dei milanesi confessa di mettersi al volante dopo aver bevuto. E che più del 16 lo fa senza porsi alcun pro­blema di sicurezza. «La veri­tà - osserva allora Landi - è che siamo di fronte a dati realmente preoccupanti. C'è una generazione che affron­ta con demenziale spensiera­tezza una serie di rischi spes­so letali senza che nessuno voglia prenderne atto e muo­versi di conseguenza». E an­cora: «Il dato più allarmante rimane quello relativo ai gio­vanissimi che hanno meno di 18 anni. E' questa la fascia di età più fortemente a ri­schio ed è questa la fascia di età su cui è più che mai ur­gente intervenire. Qui non si tratta di essere permissivi o repressivi. Qui è in gioco la salvezza di una intera genera­zione».
Milano e l'alcol. Notizia di venerdì sera è che addirittu­ra un prete sia stato pizzicato con l'etilometro fuori con­trollo. Nel suo caso più che il vizio potè il servizio: «Ho do­vuto celebrare quattro messe consecutive con relativi cali­ci di vinsanto. Per questo ri­sulto ubriaco», si è giustifica­to il sacerdote. Preti a parte, il problema rimangono loro, i ragazzi. Dice il vicesindaco: «Bisogna sanzionare la ven­dita ma anche il consumo. Cominciamo con i sedici, poi si vedrà». Vedere l'effetto che fa, insomma. «Anche per­ché il rischio da scongiurare è quello delle grida manzo­niane. Una norma giusta, cioè, che non viene fatta ap­plicare». Monito finale: «Stia­mo attenti a non rendere inu­tile lo strumento delle ordi­nanze. Che sono invece un bene prezioso, se usate con intelligenza».