Milano: allarme ordine pubblico per la moda del "botellon"
Milano: allarme ordine pubblico per la moda del "botellon"
Centri sociali, la festa alcolica minaccia il Duomo
Il gruppo dei Corsari si dà appuntamento per l'8 ottobre: l'ultima volta fu necessario l'intervento della polizia. La moda
spagnola del «botellon» porta con sé schiamazzi notturni, tonnellate di rifiuti e spaccio di droga
Enrico Silvestri
L'ultima volta, un anno fa, finì con la polizia schierata in Duomo e alcune centinaia di antagonisti costretti e ripiegare
alle Basiliche: lì tra canti, balli e cori ad alta gradazione alcolica, tennero svegli tutta la notte i residenti. Per tacere
degli operatori dell'Amsa costretti il giorno dopo agli straordinari per ripulire le strade da tonnellate di rifiuti. Sono
gli esiti del botellon , moda andalusa arrivata da noi con vent'anni di ritardo, subito diventata sinonimo di trasgressione e
libertà. E così adottata dai Centri sociali, che undici mesi fa tentarono di assaltare il centro, senza riuscire a superare
il cordone delle forze dell'ordine.
Ora ci riprovano. Dal 23 settembre sul sito dei Corsari è iniziato il tam tam per chiamare alla mobilitazione per tre
happening notturni in varie parti della città. Il primo il 24 settembre, un secondo il primo ottobre, e il terzo,il più
atteso,l'8 ottobre in Duomo. I primi botellon (o «bottellon» chiaramente derivante dallo spagnolo botella , bottiglia) furono
organizzati in Andalusia negli anni '80 per estendersi rapidamente in tutta la Spagna. Nel marzo 2006, si svolse una sfida
tra universitari per organizzare il più grande evento della storia, con incidenti a Salamanca e a Barcellona. A Granada il
sindaco autorizzò la riunione in una zona periferica, non ci furono incidenti e si toccò il record di 30mila partecipanti.
Sempre nel 2006 il botellon approdò in Italia, a Torino per la precisione, mentre bisognerà aspettare altri tre anni prima
del suo esordio milanese. Sabato 31 ottobre 2009, centinaia di giovani richiamati dal passa parola dei siti antagonisti
cercarono di prendersi il Duomo per festeggiare Halloween. Respinti dalle forze dell'ordine,sciamarono al parco delle
Basiliche, dove fecero festa fino alle 7 del mattino, tra canti e balli, alcol e droghe, incuranti delle proteste dei
residenti. Nel pomeriggio furono necessari due mezzi dell'Amsa per portar via tutti i rifiuti, tra cui non poche siringhe. Il
freddo portò a più miti consigli, per cui di botellon non se ne parlò più fino a primavera quando i giovani cercarono di
prendersi piazza Leonardo da Vinci nei pressi del Politecnico, venendo però subito bloccati dalla polizia. Altri vennero
organizzati senza incidenti nella più decentrata, e scarsamente abitata, piazza Ateneo alla Bicocca.L'ultimo sabato 11
settembre.
Ora si parla di nuovi eventi perché «i divieti si moltiplicano a vista d'occhio, attraverso ordinanze sempre più rigide, con
l'idea che vivere le piazze e le strade voglia dire disturbare la quiete pubblica, senza voler riconoscere che l'unica città
veramente sicura è una città piena di luci e di persone, prima che di telecamere e poliziotti» recita il sito del Centro
sociale Corsari. Il primo botellon è già avvenuto e passato sotto silenzio: al Corvetto, poeticamente denominato moonshine ,
cioé raggio di luna. La polizia si è presentata in forze, ma ha trovato solo una ventina di ragazzi. Secondo happening in via
Padova. Due quartieri difficili, scelti appositamente «per protestare contro un coprifuoco assurdo » precisano gli
antagonisti. Il gran finale l'8 ottobre quando i Centri sociali cercheranno per la seconda volta di prendersi il Duomo.