Milano: giovani, universitari e ubriachi, è la notte del Botellon
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Ennesimo raduno di 600 ragazzi in piazza Leonardo Da Vinci. Il quartiere: «Siamo in ostaggio»
Chissà perché poi la stragrande maggioranza dei raduni notturni all'aperto - autorizzati e aperti al pubblico - a Milano finisce per trasformarsi in ricettacoli di «schifezze» varie. Dove la gente non fa altro che sbevazzare ed esagerare, sollevando la forte (ma legittima) contrarietà dei residenti interessati alla manifestazione. Che finiscono per sentirsi prigionieri di un evento che qualcuno aveva loro prospettato inizialmente come «bellissimo, vedrai come ti diverti» e diventato poi, facendo il solito ma inevitabile bilancio finale, una specie di incubo. Da non ripetersi più.
Ad esempio il «Botellon» (traduzione dallo spagnolo: grande sbronza) di sabato sera, in piazza Leonardo da Vinci. Dove circa 600 giovani, tra studenti universitari e no, carichi di birra e alcol, hanno richiesto la costante presenza della polizia municipale, di polizia e carabinieri per evitare incidenti.
«Quella di ritrovarsi in centinaia nelle piazze e nelle aree verdi in zone residenziali per bere e far musica tutta la notte è un'usanza di fronte alla quale non possiamo restare impassibili - ha dichiarato ieri in un comunicato il vice sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato -. Durante questo ennesimo ritrovo i residenti della zona, infatti, sono stati tenuti ancora una volta in ostaggio fino alle prime ore del mattino».
«Raduni come questi - aggiunge il vice sindaco - vengono organizzati tramite il passaparola in Internet per cui non possiamo fare altro che garantire la presenza di pattuglie».
«Resta il fatto, però, che una piazza come Leonardo da Vinci, inserita in un contesto altamente residenziale - insiste De Corato - non è assolutamente adatta a questo tipo di raduni ed è impensabile che venga invasa da centinaia di persone per tutta la notte. Per questo, ben lontana dal criminalizzare la movida notturna, l'amministrazione sarebbe anche disposta a concordare e mettere a disposizione dei giovani aree più idonee in zone non residenziali. A patto che tutto si svolga senza eccessi e nella legalità».
Botellon, termine relativamente nuovo per noi, indica una tradizione nata tra i giovani spagnoli, precisamente andalusi. Giovani ragazzi - consuetudine vuole squattrinati - che si ritrovano in una piazza e iniziano a bere alcolici preparati da casa: coca e rum per la maggiore, ma anche il famoso calimocho, ovvero coca e vino. Una festa open air che coinvolge fino a 5.000 ragazzi schiamazzanti. Una tradizione nata come rottura verso una certa Spagna trendy, quella dei lounge bar imperanti e dei prezzi alle stelle. Così per rivendicare la libertà al divertimento senza vincoli. E soprattutto per bere e sbronzarsi senza nessuna preoccupazione di sorta; un raduno oceanico e alcolico in nome di un solo dio: Dioniso.