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Milano: in 500 dallo "psicologo di quartiere"

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Consulenze gratis, un esperto in 24 farmacie per curare ansia, depressione e mobbing
Il medicinale contro l'in­fluenza di stagione, un'oc­chiatina alla pressione e poi, perché no?, una chiacchierata con lo psicologo. Sotto casa, nella farmacia di quartiere. Partito in via sperimentale qualche mese fa, due farma­cie comunali con box riserva­ti ai colloqui, il progetto dal 10 ottobre si allargherà. Venti­quattro punti d'ascolto, con servizio (gratuito) di psicolo­go annesso, destinati a diven­tare «le antenne del disagio sociale» della città. A costo (quasi) zero per il Comune e parcella dello specialista (più o meno 3mila euro al mese) a carico della singola farmacia. «I nostri associati hanno ac­cettato la proposta con entu­siasmo», garantisce Annaro­sa Racca, presidente di Feder­farma. Le richieste di adesio­ne, assicurano, sarebbero sta­te anche di più. «Ma in alcu­ne farmacie non c'era spazio per ricavare un box separato dal locale». Richiesta boccia­ta, allora, «perché l'analisi ne­cessita di spazi e strutture adeguate».
I numeri, intanto. Il proget­to pilota ha raccolto in cin­que mesi 158 utenti e un tota­le di 516 visite. Utenza privile­giata, le donne, quasi il 70 per cento del totale. L'iden­tikit racconta un(a) milanese di mezz'età, alle prese con an­sia, depressione, fobie, attac­chi di panico. Ma anche con maltrattamenti, problemi di coppia, mobbing lavorativo. Una gamma di disagi tipica­mente metropolitani, spiega­no gli esperti. «Il bilancio - giura l'assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiaven­na - è largamente positivo. I dati parlano chiaro: 78 casi 'risolti', 27 rinvii ai centri psi­co- sociali, altrettanti ai con­sultori famigliari, una dozzi­na negli ospedali, cinque alle associazioni che si occupano di donne maltrattate». La me­tafora esatta è quella del «grande orecchio». «In ascol­to costante e vigile rispetto al disagio di chi vive la metropo­li», spiega l'assessore. L'esem­pio più lampante sono le per­sone soggette a trattamento sanitario obbligatorio. «Lo psicologo potrà servire anche a questo: garantire un'assi­stenza continuativa sul terri­torio alle persone alle prese con costanti e conclamati di­sagi psichici». Poi c'è il tema immigrazione. Quel dieci per cento di utenza straniera «è un dato incoraggiante».
Lo psicologo in servizio in farma­cia sarà allora un poliglotta. Inglese e spagnolo sono espressamente richiesti, vi­sto che il progetto immagina sempre più stranieri a collo­quio sul lettino. «Intercettare la fragilità della popolazione immigrata è fondamentale. Una sana integrazione deve passare anche da qui». Secondo le stime del Comu­ne, con 24 farmacie attive il potenziale di «ascolto» po­trebbe superare i 450 «clien­ti» al mese. Prossima tappa, la scuola. Lo dice l'assessore e lo dice anche il pool di spe­cialisti che al progetto dello psicologo di prossimità ha la­vorato. In calendario allora c'è già un incontro con il di­rettore scolastico regionale Giuseppe Colosio: «La presen­za di una persona che sappia ascoltare i problemi dei giova­ni è di drammatica urgenza».