Milano: risultati del convegno "Alcolismo e comunità terapeutiche"
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ALCOLISMO, FENOMENO IN AUMENTO. PREOCCUPANO I DATI SUI GIOVANI ASSESSORE PAGANI: "FAMIGLIA AL CENTRO DELLA NOSTRA AZIONE"
MILANO - Quali sono le nuove esigenze che la cura dell'alcoldipendenza deve affrontare? Che cosa emerge dall'utilizzo sperimentale dei
moduli specialistici per alcol dipendenti nelle Comunità Terapeutiche della Lombardia?
Questi gli spunti da cui ha preso le mosse la giornata di formazione "Alcolismo e comunità terapeutiche", promossa dall'assessorato alle
Politiche sociali della Provincia di Milano e dalla Società italiana di alcologia (SIA), da 15 anni partner in tema di alcologia.
Il seminario ha permesso agli operatori del settore e a tutti gli specialisti dei SerT e dei Servizi di Alcologia della Regione di
approfondire l'analisi del bisogno e confrontarsi su quali strade l'attività assistenziale debba proseguire.
L'assessore Massimo Pagani nel suo intervento introduttivo ha sottolineato come "l'ambito familiare sia centrale nei processi di
riabilitazione. La famiglia" ha dichiarato "integra, e in alcuni casi sostituisce, l'azione delle istituzioni, che, specie negli ultimi
tempi, di fronte al dilagare della crisi economica e con essa dei bisogni sociali, non sempre erogano interventi completi".
In effetti, i dati a disposizione evidenziano come l'alcolismo sia in preoccupante aumento: 9 milioni gli italiani con problemi legati all'
alcol, 50mila in più ogni anno; 2.400 i decessi annuali riconducibili all'alcol, che è anche causa di quasi la metà - 45% - degli incidenti
stradali che avvengono sulle nostra strade. Altissimi i costi sociali: 8.000 i lavoratori che ogni anno perdono il posto di lavoro per
problemi legati all'alcol, con inevitabili ripercussioni proprio sulle famiglie, oltre che sui servizi sociali dei comuni e, da un punto di
vista macroeconomico, una ripercussione sul Pil nazionale che, stando alle stime dell'Oms, oscilla tra il 2 e il 5%.
Restringendo il campo di analisi alla Provincia di Milano, ne emerge una situazione altrettanto grave: circa 300.000 persone, il 25% della
popolazione tra i 16 e gli 85 anni, bevono in maniera inadeguata, oltre cioè la soglia limite di 25 grammi al giorno per gli uomini e di 15
per le donne. "In Lombardia" ha ricordato Raffaella Rossin, presidente di SIA Lombardia, "il problema è fronteggiato con 134 comunità
terapeutiche, dieci delle quali dispongono di moduli specialistici per alcoldipendenti. Gli utenti annuali sono 350-400".
L'allarme più grave riguarda tuttavia i giovani. Su tutto il territorio nazionale. L'Italia presenta infatti l'età più bassa in Europa di
primo contatto con l'alcol da parte dei giovanissimi, 11-12 anni contro una media Ue di 14,5 anni. Un adolescente su cinque è inoltre
considerato "a rischio", dato confermato dal fatto che l'alcol è la prima causa di morte tra i giovani dai 18 ai 24 anni.
Non stupisce pertanto che, come ha sostenuto Riccardo Gatti, direttore del Dipartimento Dipendenze dell'Asl Milano, "negli ultimi anni si
siano verificati una diminuzione del consumo di droga e, parallelamente, un vertiginoso incremento del consumo di alcol". Anche alla luce di
questo segnale, Gatti ha ribadito come sia di vitale importanza il monitoraggio della fase di uscita del paziente dalla terapia, "che deve
avvenire con un percorso tanto strutturato quanto lo è quello di entrata".
Un invito che ha trovato pienamente d'accordo l'assessore Pagani: "La Provincia di Milano prosegue la sua collaborazione con il terzo settore
nella progettazione di percorsi e di iniziative, da declinare nei vari territori, volte a contrastare tutte le dipendenze: non solo l'alcol
quindi, ma anche la droga e il gioco d'azzardo. Ogni nostra azione non può prescindere dal ruolo della famiglia, la cui centralità nella
collaborazione tra istituzioni e privato sociale è fuori discussione. Dimostrazione di ciò è il "Tavolo famiglia", progetto ai nastri di
partenza dopo i dovuti passaggi in commissione".
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)