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News di Alcologia

Milano: «Troppi rischi per la salute e la sicurezza»

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MILANO - «Vietato vendere alcol ai mi­nori di 16 anni» nei supermer­cati, nei bar, nei locali pubbli­ci: Milano è pronta a fare pro­pria l'ordinanza adottata ieri dal comune di Monza. E il giro di vite meneghino non si fer­ma allo slogan «no alcol». C'è chi sottolinea la necessità di controlli estesi anche «alla qua­lità » delle bevande in commer­cio: «Pur di alimentare il vizio, ai giovanissimi vengono propi­nati mix di sostanze, micidiali cocktail di superalcolici di pes­sima qualità - dice l'assesso­re Giampaolo Landi Di Chia­venna -. Sto acquisendo co­pia dell'ordinanza di Monza. Sono orientato a seguirla».
Per­ché i dati sull'abuso di alcol da parte dei minorenni «sono im­pressionanti. Fotografano una situazione esplosiva per nume­ri e conseguenze sul piano del­la salute e della sicurezza socia­le ». E perché «va colmato un vuoto normativo: in quasi tutti gli altri Paesi europei il divieto è già in vigore»: Che l'alcol dia alla testa è da­to acquisito. In quanto tempo - cioè 6 minuti esatti, con la concentrazione di sostanze a protezione delle cellule celebra­li che diminuisce all'aumenta­re dei livelli di alcol assunto- è un dato reso noto in questi giorni da una ricerca pubblica­ta sul Journal of Celebral Flow and Metabolism.
Il vicesindaco Riccardo de Corato è convinto della «positi­vità della soluzione adottata, anche se è cosa diversa applica­re un'ordinanza a una città che ha 1,3 milioni di residenti ri­spetto a Monza che ne ha 120 mila». E ricorda, poi, che a Mi­lano vige già «un'ordinanza che sanziona gli abusi relativi al consumo d'alcol allorché cre­ano condizioni di pericolo» (59 le sanzioni da 500 euro in­flitte da inizio anno). Il capogruppo della Lega, Matteo Salvini, si spinge oltre e propone che i commercianti chiedano un documento di identità a chi si presenta alla cassa con alcolici: «Siano mino­renni o clandestini» precisa. Mentre Giovanni Terzi, asses­sore alle Attività produttive, commenta: «Non è proibizioni­smo ma un modo di tutelarne la salute».
I commercianti assi­curano piena collaborazione: «Il divieto sarebbe un fatto di civiltà e l'Unione del commer­cio è sempre a favore delle bat­taglie di civiltà» spiega il porta­voce Giorgio Montingelli. La campagna «no alcol» è partita dalla città di Teodolin­da, il cui sindaco leghista Mar­co Mariani ha detto di esser «stanco di vedere i giardini pubblici mezzi distrutti da ra­gazzetti ubriachi». L'ordinanza entrerà in vigore dal 1 luglio e coinvolgerà tutti gli esercizi commerciali della città, super compresi. Presto potrebbe an­che diventare un provvedimen­to su base provinciale. Per chi sgarra, le nuove regole, che di fatto hanno recepito le disposi­zioni contenute nel decreto leg­ge Maroni, prevedono sanzio­ni fino a 400 euro, con control­li random sia nei negozi sia nel­la grande distribuzione. «Non risolveremo il problema alla ra­dice - dice Mariani - ma spe­riamo di risvegliare il senso di responsabilità dei gestori e so­prattutto le coscienze sopite di molti genitori».