Milano: uccisa all'asilo col bimbo in braccio
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L'uomo, che non accettava la separazione, ha atteso e accoltellato l'ex moglie Poi fugge ma viene catturato
- Aveva ancora il suo piccolo in braccio, aggrappato al collo, quando è stata affrontata da suo marito davanti all'asilo comunale «Cova» nell'omonima via di Milano. E qualcuno l'ha salvato, quel bambino, strappandolo alle braccia della madre poco prima che l' uomo estraesse il coltello spaccando il cuore della donna che voleva a tutti i costi. È morta così Monica Marra, 33 anni, uccisa da Massimo Merafina, 45 anni, impiegato alle Poste, l'uomo che aveva sposato e dal quale da quattro mesi era separata.
Tutto è iniziato ieri, poco prima delle nove, e si è concluso poche ore dopo con la morte della donna e l'arresto dell'uomo, fermato mentre cercava di salire su un tram, la camicia bianca sporca di sangue e la mente obnubilata dall'alcol.
Sono le 8,50 quando Monica porta suo figlio all' asilo. Arrivata davanti alla scuola materna, però, trova Massimo che l'aspetta, elegante nell' abito gessato, una camicia bianca, il braccio sinistro stranamente fasciato. Massimo affronta Monica che tiene il piccolo in braccio. Iniziano a litigare. Il cellulare di Monica squilla, lei risponde e Massimo perde la testa: comincia a picchiare la donna. Schiaffi, calci. Le urla delle mamme fuori dall'asilo costringono le educatrici a uscire dall'asilo. Una di loro comprende che tutto sta degenerando: corre, strappa il bimbo dalle braccia della madre mentre Massimo Merafina perde completamente il controllo. L'uomo estrae dalla fasciatura un coltello da cucina e vibra quattro fendenti. La lama tocca il cuore della donna che crolla a terra: lui infierisce su di lei mentre dall'asilo qualcuno chiede l'aiuto dei carabinieri e del 118.
Massimo scappa, lasciando Monica a terra agonizzante. L'ambulanza la porterà in pochi minuti all'ospedale San Raffaele dove i medici tenteranno l'impossibile con un intervento chirurgico. Monica muore mentre Massimo scappa, liberandosi della fasciatura e del coltello. I carabinieri diramano la segnaletica: Massimo ha molti precedenti penali, ha un passato di tossicodipendenza e alcolismo e la sua foto è negli archivi. Qualcuno lo vede in un bar mentre si beve una birra. I carabinieri in moto lo avvistano più tardi seduto su una panchina, alla fermata del tram di viale Corsica. Si avvicinano, parcheggiano le moto. Merafina capisce che i militari sono lì per lui: cerca di saltare sul tram 27 ma l'autista comprende che sta succedendo qualcosa di brutto e non apre le porte. I carabinieri bloccano Merafina, lo identificano, lo arrestano. Non sa, Merafina, che Monica è morta mentre i medici lottavano disperatamente per salvarle la vita. Non sa che il piccolo resta all'asilo ad aspettare la mamma che non tornerà. Merafina non parla ai carabinieri che lo interrogano. Soprattutto, non spiega perchè.