Ministro Fazio: "Curiamo i malati di Internet"
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"Curiamo i malati di Internet"
ROMA. Il piano per il nuovo anno sanitario 2011/2013 potrebbe contenere un intervento straordinario per la lotta ad un nuovo tipo di
dipendenza, quella da sovraesposizione da internet. Una forma che in casi di abuso porta a "sentimenti compulsivi, isolamento sociale,
dipendenza patologica e perdita di contatti reali". Con queste parole il Ministro della Salute Ferruccio Fazio ha risposto alla Camera all'
interrogazione parlamentare presentata dal deputato Pdl Giorgio Jannone che chiedeva "provvedimenti per aiutare le persone affette da
comportamenti compulsivi nei confronti dei social network e le loro famiglie".
Dito puntato contro i social network quindi ma non solo. La dipendenza da internet o "internet addiction" è in realtà un termine piuttosto
generico che copre una vasta gamma di comportamenti patologici - dalla dipendenza sessuale al cosiddetto "sovraccarico cognitivo", una forma di sovraesposizione alle migliaia di informazioni presenti nella rete - tutti accomunati però dall'incapacità di staccarsi dal computer.
"la dipendenza da internet - ha continuato il Ministro - si esprime con sintomatologie simili a quelle che si osservano in soggetti
dipendenti da sostanze psicoattive". Una droga senza sostanza dunque ma con le stesse complicazioni che possono essere provocate dagli
stupefacenti. Come uscire da questa malattia dunque? "La cura è sostanzialmente la stessa che si adotta per altri tipi di dipendenza: si
ricorre alle strutture socio-riabilitative che trattano i disturbi mentali".
La realtà però sembra essere più complessa e contraddittoria: esiste infatti un dibattito scientifico al riguardo e che nel nostro paese ha
preso piede a partire dalla fine degli anni novanta ed è tuttora oggetto di discussione. Sul ricorso al "trattamento farmacologico" ad
esempio - definito nel testo dell'interrogazione per sottolineare la possibilità di contrarre vere e proprie forme depressive - il parere del
mondo scientifico non è unanime. Molti studiosi infatti non ritengono che la dipendenza da internet possa essere considerata uno specifico
disturbo psichiatrico ma un sintomo psicologico.
Le dimensioni di questo fenomeno sono state definite "allarmanti" dal titolare della Sanità che ha quindi annunciato "azioni concrete e
mirate, per ridurre il rischio di dipendenza da web soprattutto nella popolazione giovanile" che potrebbero essere inserite già nel piano del
nuovo anno sanitario in fase di adozione. L'iniziativa in realtà non sarebbe una novità visto che alcune strutture ospedaliere locali si sono
già dotate da qualche anno di osservatori specializzati nello studio delle nuove dipendenze. Da novembre 2009 all'Ospedale Policlinico
Gemelli di Roma è stato aperto il primo ambulatorio ospedaliero specializzato nella dipendenza da Internet e la regione Lazio ha finanziato
con quasi un milione di euro un'apposita campagna di prevenzione inserita nel bando per la lotta alla droga 2010/2012.
E chissà, forse e stato proprio per tutelarne la salute e dare il buon esempio che la stessa regione un anno fa ha vietato di utilizzare di
facebook a tutti i tremila dipendenti con precisa circolare della presidentessa Polverini. Lei però sulla sua pagina ha oltre 12mila amici
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)