Mio padre tornava a casa ubriaco e non riusciva nemmeno a mettere la chiave nella serratura...
Mio padre tornava a casa ubriaco e non riusciva nemmeno a mettere la chiave nella serratura... a 10 anni mio nonno ha iniziato ad abusare di me... Una ferita che divenne profonda... ed io me ne andai a drogarmi ed a cercare gli amici...
Mi chiamo L. ed ho 40 anni.
La mia vita è stata travagliata fin dall'inizio, mio padre beveva e spesso tornava a casa ubriaco, trasmettendo sia a me che a mia madre e a mia sorella le sue angosce e preoccupazioni.
Ricordo ancora quando noi già cenavamo, lui tornava a casa la sera e non riusciva nemmeno a mettere la chiave nella serratura.
Noi ci guardavamo sconsolati pensando a quello che da lì a poco sarebbe successo.
Poi a 10 anni mio nonno ha iniziato ad abusare di me ed è andato avanti per tre anni, fino a 13 anni, quando riuscii a oppormi a questo, ebbi la forza di oppormi...
Di questo però non ne parlai mai con nessuno, non lo so perchè lo feci, forse perchè non volevo far star male mia madre per ciò che aveva fatto suo padre o perchè con mio padre non si poteva avere proprio un dialogo.
Mi tenni tutto dentro cercando di nascondere le mie sensazioni più profonde, facendo finta di niente come se nulla fosse successo. Certe ferite però non si possono dimenticare e anzi senza l'aiuto di qualcuno, senza supporto più il tempo passa più loro invece di guarire diventano sempre più profonde trasformandosi in rabbia angoscia, senso di disagio o depressione.
Cominciai quindi ad avere un distacco dalla mia famiglia e cominciai a rispecchiarmi di più nel gruppo dei miei amici dove mi sentivo meglio.
Il gruppo era diventato la mia famiglia a questo punto. Facevo quello che facevano loro, mi sentivo a mio agio con loro e per non pensare cominciai a fare uso di droghe, prima più leggere, come hashish e marijuana, poi passando alle pastiglie, sonniferi più potenti come il roipnol su cui bevevo per aumentarne ancora l'effetto.
Cominciai quindi anche a bere alcol sempre per non pensare e per cercare di sconvolgermi.
Man mano che il tempo passava le sostanze continuavano ad aumentare fino ad arrivare alla cocaina e all'eroina.
Mi fu di molto aiuto mia madre, fu grazie al suo amore, alla sua comprensione e al suo cercare di starmi accanto nei momenti difficili che riuscii a venire fuori per la prima volta da questo grosso problema ed è per il bene che mi ha voluto e che io le voglio ancora adesso, anche se non c'è più, che sono riuscito a mettermi in quadro, ho ritrovato una ragazza, un lavoro, una casa e ho avuto una vita regolare per diverso tempo.
Fino a che mia madre è morta e io ho capito per la prima volta di essere rimasto veramente solo: mi mancò la persona su cui potevo contare incondizionatamente.
Andai avanti ancora due anni con vari problemi e vicissitudini fino a che entrai di nuovo in crisi: problemi con la ragazza, problemi con il lavoro dovuti alla vita dissoluta che avevo ricominciato a fare...
Mi ritrovai di nuovo da solo con me stesso senza ragazza, senza lavoro, senza casa, in mezzo ad una strada.
Gli unici miei compagni erano le sostanze e l'alcol.
Passai diversi anni in questa condizione tra dormitori, mense comunali, chiedendo l'elemosina, facendo qualche furto per cercare di sopravvivere fino a che ad un certo punto decisi che così non si poteva andare avanti e mi rivolsi ai Servizi, e potei venirea curarmi qui al CUFRAD. Mi è stato di grosso giovamento l'aiuto che mi è stato dato e il contesto nel quale sto vivendo. Il mio gruppo, gli operatori e tutta l'equipe che fa parte di questa comunità mi stanno facendo ritrovare la voglia di vivere e la fiducia in me stesso.
Quello che mi sento di dire è di stare vicino ai vostri figli, di cercare di capirli e sostenerli, facendo molta attenzione anche ai loro comportamenti perchè spesso dietro un'apparente serenità si può nascondere un grosso disagio...