Modena: alcol, locali pronti al "giro di vite"
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«Ma certi divieti sono difficili da applicare». Pdl critico: «E la periferia?»
la gazzetta dimodena.it 12 gennaio 2010
«In una realtà come Modena non è necessaria un'ordinanza del genere». Erano le parole del sindaco Giorgio Pighi che lo scorso luglio commentava l'ordinanza milanese del sindaco Moratti che stabiliva il divieto e la multa a coloro che vendevano alcolici ai minori di sedici anni. Sei mesi dopo, si cambia rotta. La stessa ordinanza arriva infatti anche in città, accompagnata da un ulteriore divieto per gli esercizi commerciali ed alimentari in sede fissa.
Questi negozi non potranno più vendere qualsiasi tipo di bevanda alcolica dalle 20 alle 7 del giorno successivo. Ma cosa ne pensano i diretti interessati? Facendo un giro per il centro storico, zona interessata dai provvedimenti, è la disinformazione a farla da padrona. Ad esclusione della zona della Pomposa, dove la maggior parte dei locali è ha conoscenza dei provvedimenti - «che non portano grandi cambiamenti alle nostre abitudini di vendita», come dicono i gestori dei locali più in voga del momento - il resto dei locali, bar, supermarket e attività artigianali hanno appreso dai giornali le »nuove« regole.
«Perché le nuove regole riguardano solo il centro storico?» si chiedono i titolari di Mollica, forno pizzeria di via Gallucci. «Noi comunque durante l'inverno siamo aperti fino alle 22, quindi l'ordinanza ci interesserà a partire da quest'estate, quando chiuderemo a mezzanotte. In tutti i modi le birre che vendiamo sono praticamente tutte al di sotto del 6% di gradazione alcolica quindi non dovremmo avere particolari problemi».
Alla pizzeria d'asporto di corso Adriano sono d'accordo con l'ordinanza: «Non vendiamo alcol ai minorenni e neanche ad alcuni stranieri che molte volte ci creano dei problemi». In Pomposa, al Perlage, luogo di ritrovo di molti giovani modenesi, non drammatizzano: «Per noi non cambia molto, addirittura noi non vendiamo alcol ai minori di 18, non di 16. Anche per quanto riguarda la pulizia delle zone circostanti il locale noi già puliamo a chiusura locale» commenta uno dei titolari. Qualche perplessità all'Old Lion riguardo al divieto di bere al di fuori della zona di competenza del locale: «Sarà difficile fare la multa ad una persona che beve la sua birra a 3 metri dall'entrata del locale e a non farla ad un altro che è sulla soglia d'ingresso. Su questo dovrebbero essere più chiari, per il resto siamo d'accordo con il divieto ai minori di 16 anni». Non l'ha presa bene invece il venditore di Kebab sempre della Pomposa, che rivendica la sua licenza a vendere fino alle 3 di notte. Per tutti i locali autorizzati alla vendita di alcolici, la speranza comune riposta in questa ordinanza sta in un giro di vite verso chi vende birre ed altri alcolici a prezzi stracciati, creando concorrenza sleale. Arrivano intanto i primi commenti anche da parte di Confesercenti, che apprezza lo sforzo al contrasto dell'abuso di bevande alcoliche: «L'unica perplessità che avanziamo è che rischia di crearsi una diversità di trattamento tra attività alimentari commerciali del centro storico e quelle della periferia, che non hanno il divieto di vendere bevande alcoliche oltre le 22». Anche il Pdl si dice soddisfatto dell'ordinanza: «Seppure con un ritardo di nove mesi, la nostra proposta è stata recepita dalla sinistra. L'errore sta nel limitarla al solo centro storico. Si rischia di penalizzare i commercianti, che potrebbero veder diminuiti i loro clienti per aver rispettato la legge».