Modena, Annovi:
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Ricerca Ausl lancia l'allarme: "Tanti a rischio, importante intervenire"
di Davide Berti
MODENA. Sono partite le ordinanze anti-alcol e ci si interroga sul loro funzionamento. Claudio Annovi, responsabile del programma alcol dell'azienda Usl di Modena, giudica positivamente le decisioni del comune: la prima ordinanza, recependo quanto previsto dal codice penale, vieta la vendita e la cessione di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione ai minori di 16 anni; la seconda combatte il degrado e prevede lo stop alle vendite dalle 20 alle 7 oltre a sanzioni economiche.
«Sempre di più anche nel nostro territorio - attacca Annovi - le problematiche legate all'alcol evidenziano criticità di carattere sociale. Come azienda Usl gestiamo sette centri alcologici che operano per la prevenzione, la diagnosi e la cura del consumo e abuso di alcol. E la nostra posizione non può che essere positiva di fronte a provvedimenti di questo tipo che riportano la giusta attenzione sul problema, senza sottovalutarlo, ma anzi contribuendo al contenimento del problema mettendolo in rete assieme alle altre politiche di intervento».
Annovi guarda il problema nell'ottica del cambiamento: «Il consumo di alcol è cambiato, anche rapidamente negli ultimi anni. Il nuovo modo di bere e consumare bevande alcoliche è un problema aperto: la moda dell'happy hour e del bere compulsivo determina problemi in acuto per il soggetto che ne abusa ma anche problemi di sicurezza per se stessi e verso terzi. Ecco perché è importante intervenire: la comunità deve essere sensibilizzata a più livelli, dal mondo della scuola alle comunità che si frequentano, per non lasciare nulla al caso».
E gli ultimi dati sui quali l'Ausl sta lavorando sono tutt'altro che confortanti: «Modena non si discosta dal dato nazionale, che però è molto preoccupante perché l'età di inizio per il consumo dell'alcol è piuttosto bassa, la più bassa in Europa: ci si ferma, infatti, già a 12 anni».
Se poi ci mettiamo che l'Emilia Romagna è anche una delle prime regioni come consumo, il quadro peggiora: «Uno studio su un campione della nostra provincia ha evidenziato come il 25 per cento della popolazione sia a rischio di comportamenti legati all'abuso di alcol». Quindi un modenese su quattro: «Tra questi - prosegue Annovi - l'8 per cento ha dichiarato di avere avuto almeno un episodio di ebbrezza nell'ultimo mese. Almeno uno vuol dire che in alcuni casi si è ulteriormente esagerato, cadendo nel bere compulsivo».
Il dato nazionale evidenzia come ci sia un picco nella fascia giovanile sul quale anche Modena conferma la tendenza pericolosa e rischiosa che va monitorata con attenzione: «Nella fascia tra i 18 e i 24 anni un modenese su cinque dichiara di avere avuto almeno un episodio di ubriachezza nell'ultimo mese. Questo è veramente allarmante».
Ecco perché Annovi giudica al passo coi tempi l'ordinanza di Pighi: «Il provvedimento va a toccare perfettamente questo tema e l'a ttenzione sui minori di 16 anni è un particolare piuttosto rilevante e va a toccare proprio quelle logiche di contenimento che si studiano per arginare un fenomeno che di anno in anno si autoalimenta».
D'accordo anche sull'avviso ai genitori dei minori che vengono trovati in stato di ubriachezza: «E' così che si mette in moto un circolo virtuoso di responsabilità: la famiglia, come tutte le figure educative di riferimento, devono sapere ed essere coinvolte fin da subito nella gestione di queste problematiche». Stessa importanza anche ai luoghi: «Intervenire è doveroso: il consumo avviene fuori casa, lontano dai pasti e nei punti di ritrovo, dove l'attenzione deve essere alta».