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Modena, shaboo e non solo: parla il direttore del Ser.T

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Shaboo e non solo: «Grande pericolo con le droghe sintetiche»
Il dottor Ferretti, capo del Sert: «E ci sono sempre più ragazzini con le canne»


Giovanissimi, lo shaboo, la rete sociale. La droga continua a essere un problema, a Modena come nel resto del mondo. Uno degli osservatori privilegiati nella nostra città è rappresentato dal Sert, il Servizio tossicodipendenze dell’Ausl: a guidarlo il dottor Claudio Ferretti, vera e propria autorità in materia.


Dottor Ferretti, partiamo dai fatti di cronaca più recenti: nelle ultime settimane i carabinieri hanno sequestrato per due volte lo shaboo, la pericolosa e costosa metanfetamina venduta perlopiù dai filippini.
«Sì, si dice giustamente che sia legata alla comunità filippina. Per quello che abbiamo potuto constatare in maniera diretta questa miscela di metanfetamina e anfetamina è legata a poche situazioni, diciamo una decina di pazienti trattati nei 1.400 della prima metà di quest’anno, ma è chiaro che gli assuntori casuali e meno casuali sono molti di più. Quello che noi vediamo è la punta dell’iceberg, il sommerso è assai più ampio. Tra l’altro si tratta di una droga stimolante e quindi l’assunzione non viene considerata “problematica”, erroneamente, finché non ci sono situazioni gravi. Questo poi è un discorso che vale per tutti gli stimolanti, usati quasi come propedeutici al “divertimento”: come le pastiglie che i giovani prendono in discoteca per restare attivi tutta la notte, penso per esempio in alcuni locali bolognesi, continuando a farlo  finché non succedono le tragedie. Uno-due sono i casi letali che avvengono ogni in Italia, uno ha anche riguardato Modena pochi anni fa. E finché non corrono  rischi concreti sulla proprie pelle, ripeto, le persone non vengono da noi e non diventano pazienti del Sert. Non c’è da sorprendersi: questo è ciò che accade quando si parla delle droghe sintetiche».


Restando sullo shaboo: chi sono le persone che vedete al Sert che fanno uso di questa droga?
«Innanzi tutto gli assuntori, naturalmente. E ribadisco che ogni volta che un assuntore diventa paziente significa che la sua situazione è grave e significativa: è per questa ragione che i numeri sono bassi. In più ci sono gli spacciatori, che a loro volta sono spessissimo assuntori: li incontriamo in carcere e, così come molti venditori di droga, capita che la loro richiesta di aiuto al Sert risulti manipolatoria per ottenere vantaggi, assistenza, affidamento ai servizi sociali come strategia per uscire dal carcere».


Che comportamenti riscontrate nei consumatori di droghe sintetiche?
«Quelli della cocaina, moltiplicati. E tendenze a sviluppare pensieri paranoici e persecutori. Derive psichiatriche. E complicanze fisiche serie come ipertensioni cardiache, perché sono sostanze che possono appunto condurre ad aritmie cardiache. Tanto che quando un giovane adulto ha un attacco di cuore, il primo sospetto non dimostrabile - se non chiaramente con gli esami tossicologici - è l’assunzione di queste droghe».


Allargando il discorso, quali sono gli stupefacenti più diffusi a Modena?
«Parlo sempre in relazione ai nostri pazienti. Dai dati del 2013 (2.346 pazienti, ovvero persone trattate prendendole in cura tra nuovi arrivi e terapie in corso) e dei primi sei mesi del 2014 emerge che la cannabis è al primo posto, superando la cocaina che era in testa a questa graduatoria. Al terzo posto rimane l’eroina, con tutte le gravi situazioni di rischio sociale a essa legate. E come ho spiegato nei mesi scorsi, per la prima volta abbiamo visto 14-15enni».


Fa impressione: poco più che bambini che hanno appena finito le scuole medie.
«Sì, non si può restare indifferenti e, anche se c’è da dire che i casi sono limitati, una generalizzata precocità è un dato di fatto. Ci sono pure i 16-17enni, ragazzini che fanno uso massiccio di canne e questo causa comportamenti devianti: quando arrivano da noi hanno alle spalle mesi di tossicodipendenza. Si entra così molto presto nel circuito dei servizi, sociali e clinici, e quindi l’auspicio è di aiutare questi ragazzi a riprendere una vita più regolare e a non passare ad altre droghe: abbiamo visto giovani di 21-22 anni che le hanno provate tutte. Il nostro obiettivo deve essere quello di riprendere in mano la vita dopo situazioni che vediamo purtroppo con frequenza: dall’abbandono scolastico alla microcriminalità (furti commessi per avere i soldi per acquistare altra droga) passando per le liti in famiglia».


(...omissis...)


Giancarlo Scarpa


copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.lanuovaprimapagina.it/news/modena/9777/Shaboo-e-non-solo--.html


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)