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Molecular Pharmacology: overdose da cocaina, studiato un anticorpo efficace sul topo

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Overdose da cocaina, studiato un anticorpo efficace sul topo

Una soluzione iniettabile di anticorpi come antidoto per l’overdose letale da cocaina è risultata efficace sul topo. La scoperta dei ricercatori del The Scripps Research Institute, pubblicata sulla rivista Molecular Pharmacology, apre le porte alla possibile sperimentazione futura del trattamento di emergenza sull’uomo, indicato come vaccinazione passiva.
Negli Stati Uniti i decessi per overdose da cocaina si aggirano sui 5mila casi con più di 400mila ingressi in pronto soccorso per intossicazione acuta in seguito ad assunzione di questa droga, con sintomatologie riscontrate quali ipertermia, battiti cardiaci irregolari, ictus fino al decesso.
Nel presente studio, Janda e collaboratori hanno utilizzato dei topi geneticamente modificati, resi in grado di produrre anticorpi monoclonali di tipo umano, specifici contro le molecole di cocaina ed altamente affini ad essa, denominati anticorpi GNCgzk. Dall’esperimento è emerso che la somministrazione degli anticorpi nel topo 30 minuti prima della somministrazione di una dose letale di cocaina, riduceva in modo significativo i segni tipici dell’overdose da questa sostanza quali, ad esempio, movimenti scoordinati e convulsioni. Inoltre, tutti i topi erano sopravvissuti a tale iniezione potenzialmente letale di cocaina. Successivamente gli scienziati hanno simulato una situazione reale di overdose fornendo una dose elevata di cocaina ai topi di laboratorio e somministrando, tre minuti dopo, gli anticorpi anticocaina, riducendo la mortalità al 20% rispetto ai topi non trattati.
Gli autori, come riportato in una nota stampa del centro di ricerca, programmano studi futuri per l’applicazione di tale trattamento di emergenza sull’uomo e prospettano il possibile utilizzo anche nella prima profilassi anticocaina in seguito ad overdose, in quanto gli anticorpi rimangono in circolo per alcune settimane rendendo la cocaina eventualmente assunta inattiva e facilitando dunque l’allontanamento del paziente da questa sostanza.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)