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I dati sulla diffusione dell'alcool sono allarmanti: 25 mila morti l'anno in Italia, costi sanitari di 125 miliardi di Euro nell'Ue
Newsfood.com 05 marzo 2009

Inizia al mattino presto. Si beve: birra, vino, cocktails pesanti, superalcolici, e lo si fa in una maniera particolare, trangugiando tutto d'un fiato, senza sorseggiare, buttando giù il contenuto dei bicchieri (in media 5-6 per volta) uno dopo l'altro. E si continua, durante tutto il giorno, fino alla sera. E' il binge drinking, il bere grandi quantità di alcool in maniera rapida e continuata, con il solo scopo di ubriacarsi, nuova moda che sta diffondendosi rapidamente in tutta Europa. Il numero di bicchieri per questa pratica non è sempre definito, si passa dai 4-5 bicchieri delle forme più comuni fino ai 10 delle varianti più estreme, dette extreme drinking o industrial-strength bingeing.
Uno degli aspetti più pericolosi di questa nuova tendenza è la sua percezione. Il binge driniking non è visto come uno sfogo da disperati, da emarginati solitari; al contrario, lo si pratica in compagnia, in discoteca, alle feste tra amici, al sabato sera e lo esercitano quasi tutti, ragazzi delle periferie povere e figli di papà: il 25% dei ragazzi italiani ammette di seguire tale pratica abitualmente, mentre i binge-drinker occasionali arriverebbero a toccare il 10 % della popolazione.
Particolarmente esposti i giovanissimi, per l'età che li rende facilmente suggestionabili e desiderosi di trasgredire, specialmente agli alcolpop: bevande gassate (pop sta per bollicine), misto tra diversi gusti (cioccolato, cocco, vari sapori di frutta) e liquori, come rum, gin e vodka, in quantità modeste, molto diffuse nei luoghi di ritrovo, come le discoteche. La bibita è piacevole, la confezione allegra e colorata, il prezzo non elevato: gli alcopop sono diventati presto un must per i più giovani (11-15 anni) a cui però bastano due o tre bottigliette per diventare alticci se non ubriachi.I dati sulla diffusione dell'alcool sono allarmanti. In occasione dell'Alcool Prevention Day 2007, un indagine dell'Istituto superiore della Sanità ha evidenziato come si inizi inizia a bere molto presto (a 11 anni) e che le ragazze fanno uso di alcol molto più di qualche anno fa, ma anche che il sabato sera beve il 67% dei giovani tra i 13 e i 15 anni; di questi il 20% nel week-end arriva perfino a ubriacarsi. In generale, la percentuale dei bevitori aumenta nei giovani trai 16 e i 18 anni (83%), il 67% trai 19 e i 24 anni, il 64% dai 25 in su. Le bevande preferite? La birra (28,5% dei ragazzi e 17% delle ragazze) e gli aperitivi alcolici (19,7 e 14,2%). Non certo migliore la situazione in Europa:, un ragazzo su 8 tra i 15 e 16 anni si è ubriacato più di 20 volte nel corso della sua vita e uno su 6 (circa il 18°%) ha praticato binge drinking 3 o più volte nell'ultimo mese. La percentuale di giovani che si sono ubriacati almeno qualche volta va dal 89% della Danimarca al 36% del virtuoso Portogallo.Alcuni studiosi sono arrivati a paragonare le nuove abitudini alcoliche al cambiamento del mercato della droga avvenuto negli anni Ottanta: così come all'epoca prodotti innovativi (gli stupefacenti sintetici) e modificate abitudini culturali resero il consumo di stupefacenti più diffuso e socialmente accettabile, così nuove mode alcoliche, come il binge-drinking, stanno promovendo e legittimando la moda del bere verso sempre più soggetti e sempre più giovani.
E tali tendenze, sebbene spesso inserite in una cornice di socialità brillante, di (presunta) realizzazione personale o di successo economico, svelato presto il lato peggiore della medaglia: problemi di salute anche gravi, aumento di devianze come criminalità, bullismo o esclusione sociali, difficoltà lavorative. I numeri sono drammaticamente chiari: l'alcool uccide in Italia 25 mila persone l'anno, mentre in Europa i costi sanitari raggiungono i 125 miliardi di euro l'anno, pari all'1,3% del P.I.L. Europeo.