Napoli, la movida degli ubriachi: "Ci sballiamo con dieci euro"
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NAPOLI - Abiti alla moda, movenze da uomini adulti. Volti curati quelli dei ragazzi. Ragazze super truccate. Ma soprattutto
tassi alcolici da far paura. E' l'esercito di giovani minorenni che ogni sera, dal giovedì alla domenica, invade strade del
by night partenopeo da piazza San Pasquale a piazza del Gesù. Nulla di strano se non fosse per la loro età: tra i 14 ed i 18
anni. Insomma sono quelli a cui la legge vieta la somministrazione di alcolici. Ed invece sono loro a rimpinguare le casse di
locali, discoteche e pub a suon di alcolici e super alcolici. Nell'ultimo week end i vigili urbani hanno trovato percentuali
da record sui minori controllati e anche sui maggiorenni con venti patenti ritirate. I locali vendono l'alcol anche in strada
e anche ai minori. La legge va a farsi friggere, tanto chi controlla? I ragazzini conoscono meglio di chiunque altro le
ricette per potersi «sballare» . Sono i risultati dell'inchiesta sul campo condotta in questi giorni dal Corriere del
Mezzogiorno intervistando circa 150 minorenni e visitando 30 locali fulcro della movida. «I nostri preferiti sono -dicono
Alessia e Roberta 16 e 17 anni nomi di fantasia ndr ) mentre sorseggiano una "birra aperitivo"-Vodka a Melone e Tequila Bum
Bum. Il modo migliore per andare su di giri» . Gli chiediamo se qualcuno gli abbia mai chiesto la carta d'identità. «Ma no,
figurati se in un locale chiedono i documenti. Noi paghiamo, loro versano» . Cambiano i protagonisti ma non le risposte: Beh
di solito la serata si apre con cicchetti di Rum e Pera, costano poco e sballano molto -dice Marco 16 anni -Ne beviamo
tantissimi. Poi andiamo avanti con qualcosa di serio tipo Avana 7 o Cosmopolitan» . Interviene un amico: Ma lui non capisce
nulla -scherza -Io ho appena preso una Vodka Belvedere, roba da veri intenditori» . Ciascuno consuma tra i due ed i tre
cocktail ancor prima di andare in discoteca. Per ubriacarsi, poi, basta davvero poco. Incidenti e liti la logica conseguenza.
Da Chiaia al Centro Storico è un ripetersi continuo di lance spezzate in favore dell'eccesso e del libero consumo: bere di
più per andar fuori di testa sembra la priorità di tutti. A due 14enni, che si attardano sbronzi a ridosso di Piazza del Gesù
nuovo, chiediamo cosa e dove hanno bevuto: «Io quattro rum e coca, lui cinque e non riesce neanche a parlare. A casa di
amici» . Ci viene il dubbio si tratti di un festino. Di quelli che recentemente hanno fatto scandalo. Ma il dubbio è subito
fugato: «Ma dai, mica c'è bisogno di andare ad un festino per bere? Qui a Napoli con 10 euro in un locale qualsiasi bevi a
volontà» . E se la Legge sul divieto di alcolici ai minori sembra essere solo sulla carta, non va meglio per gli alcol-test.
Dallo scorso novembre dovrebbero, infatti, essere presenti in tutti i locali «Ma ad oggi in città, un locale su tre, non li
ha -afferma Vincenza Calvi presidente di «Un patto per la Vita» -Per questo breve avvieremo una campagna di sensibilizzazione
che ci vedrà in prima persona distribuire alcool test all'uscita delle discoteche» . Ai ragazzi non interessa che in decine
di locali della «Napoli bene» non ci sia il test. E in quei pochi che disponibile viene usato per un assurdo gioco: «Solo per
vedere chi sta più ubriaco. Il più sobrio paga da bere» . Luca Mattiucci