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Narcotraffico, come è cambiato negli ultimi anni?

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Narcotraffico, come è cambiato negli ultimi anni?


di francesco grignetti

Ieri è stato presentato alla Camera il Rapporto Narcotraffico 2012 della Fondazione Icsa, in collaborazione con la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell'Interno e con l'Arma dei Carabinieri. Come sta cambiando il narcotraffico nel mondo?

Secondo il Rapporto i comportamenti criminali sono molto diversi rispetto al passato. Da commerci cosiddetti "mono-prodotto" si è passati al "politraffico" delle droghe. «Un sistema per venire sempre di più incontro alla variegata e mutevole domanda di consumo», spiega il presidente della fondazione, l'onorevole Marco Minniti. Il caso più emblematico è quello delle organizzazioni nigeriane che ormai trafficano indifferentemente in cocaina, eroina e droghe sintetiche. Non come venditori al dettaglio, quanto come distributori globali, favoriti dalla collocazione dell'Africa a metà strada tra Sud America ed Asia Centrale, e prospicienti l'Europa.

 

Quale droga scende e quale sale nei consumi globali?

La cocaina scende: produzione e raffinazione si concentra quasi tutta tra Colombia, Perù e Bolivia; cresce la diffusione nei Caraibi e in Africa Occidentale. L'eroina sale: a parità di coltivazioni, tra Afghanistan e Myanmar, aumenta la produzione di oppio grezzo (+47,6%) e di eroina (+22%). «È finita l'infestazione di un parassita che aveva ridotto considerevolmente le capacità produttive». La Cannabis dilaga: ora la nuova frontiera della produzione è l'Afghanistan; dove la cannabis, che rende di più, va sostituendo il papavero da oppio. Secondo uno studio dell'Agenzia delle Nazioni Unite Unodc, la resa per ettaro di cannabis rende mediamente 9.000 dollari contro i 4.900 dell'oppio. Le droghe sintetiche sono una realtà mutevole: nel 2010 c'è stato un forte calo di sequestri di amfetamine nel mondo (-42%); altrettanto forte la crescita delle metamfetamine (+ 44%). L'Europa mantiene la leadership nella produzione di ecstasy, localizzata principalmente tra Olanda, Belgio, Polonia e Paesi Baltici.

 

Come viaggia la cocaina?

Sono le rotte della navigazione la via preferita della coca. Il Venezuela, come accadeva con i galeoni spagnoli, è il trampolino verso l'Europa e l'Africa. Secondo il Dipartimento di Stato Usa sarebbero circa 250 le tonnellate di cocaina che transiterebbero annualmente per il Venezuela e per le quali il vecchio continente rappresenta ancora la destinazione preferenziale. Più della metà dei carichi intercettati nell'Oceano Atlantico tra il 2006 ed il 2008 sarebbe partito da lì. I trafficanti ricorrono al sistema dei contenitori saldati all'esterno dello scafo delle navi, ma sta prendendo piede anche l'uso di contenitori impermeabili trainati da peñeros (lance) sulle rotte verso Aruba e Curaçao, facilmente abbandonabili in caso di controlli in mare. Scaricata la cocaina i medesimi contenitori vengono riutilizzati per contrabbandare whisky, di cui il Venezuela è un grande consumatore.

 

Chi gestisce i traffici di stupefacenti in Italia?

L'organizzazione criminale che più di tutte ha messo le mani sul narcotraffico è la 'Ndrangheta calabrese. Controllando il porto di Gioia Tauro, e grazie alla ramificazione dell'organizzazione in Italia, in Europa e nel Nord America, i clan calabresi sono diventati interlocutori privilegiati delle organizzazioni colombiane. Già nel 1994, con il più rilevante sequestro di cocaina effettuato in Italia (5,4 tonnellate), l'Arma dei carabinieri si rese conto della compartecipazione nel traffico delle più blasonate famiglie della ‘Ndrangheta reggina, riunite in cartello. Altre indagini hanno messo in luce i rapporti tra un'organizzazione albanese, attiva tra Benelux e Italia, e un cartello fornitore colombiano per la spedizione di ingentissimi quantitativi di cocaina attraverso il Porto di Gioia Tauro, garantita da articolazioni della cosca Pesce di Rosarno. Sfruttando le relazioni con esponenti della cosca Pesce e del gruppo Sigilli di Taurianova, venivano piegati al narcotraffico i commerci della società Diamante Fruit di Acireale.

 

Perché la 'ndrangheta ha soppiantato Cosa Nostra?

Negli anni 2000 - spiega il Rapporto Icsa - quando i più importanti cartelli colombiani furono decapitati, gli interlocutori per i traffici di cocaina divennero le organizzazioni narcoterroriste ed i gruppi paramilitari, come le Autodefensas Unidas de Colombia. e le Farc, «con cui i trafficanti calabresi seppero relazionarsi ai più alti livelli, allacciando rapporti di fiducia che ancora oggi coltivano con successo». Il personaggio cardine fu l'italo-colombiano Salvatore Mancuso, ai vertici, unitamente ai fratelli Carlos e Vicente Castano, delle Autodefensas Unidas de Colombia. È con lui ed i suoi uomini che i broker della ‘Ndrangheta trattavano l'acquisto dello stupefacente in Colombia, ottenendo un prezzo decisamente inferiore rispetto a quello che gli emissari delle medesime organizzazioni sudamericane praticavano in Europa.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)