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National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism: zero alcol in gravidanza

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NATIONAL INSTITUTE ON ALCOHOL ABUSE AND ALCOHOLISM: ZERO ALCOL IN GRAVIDANZA

Sconosciuta e difficile da diagnosticare: è la sindrome feto-alcolica (Fas), causata dall'esposizione del feto all'alcol materno. Può manifestarsi con piena espressione dei sintomi, o con diversi livelli disfunzionali (Fasd-spettro dei disordini feto-alcolici). Nel nostro Paese, al contrario del mondo anglosassone, mancano studi sull'incidenza della malattia che è la causa più comune di ritardo mentale acquisito. "Una lacuna paradossale" denuncia Luigi Tarani, docente di pediatria all'università La Sapienza di Roma. "Considerato che in Italia i bevitori abituali sono quattro milioni, gli alcolisti due".


Gli unici dati disponibili sono quelli raccolti nel 2006 dal professor Mauro Ceccanti, responsabile del Centro di riferimento alcologico della Regione Lazio, in collaborazione con il National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism del National Institute of Health americano: lo screening su 542 bambini di scuole primarie in due Asl della provincia di Roma registra una prevalenza di Fas tra il 3,7 e il 7,4% ogni 1.000 nati e di Fasd tra il 23 e il 45.


Un'indagine del 2011 innalza la prevalenza di Fas all'12% su 1.000 nati vivi e tra il 23,1 e il 62,6 per la Fasd. "Il Lazio è nella media nazionale per consumo di alcol, età e distribuzione uomini-donne: è un indicatore attendibile, dal quale si possono stimare 20, 30 mila nuovi nati l'anno con problemi legati a questa patologia" spiega Ceccanti. "La dose pericolosa? Più di sette unità a settimana, ma le variabili sono infinite". Motivo per cui deve passare il messaggio "zero alcol in gravidanza".


"Non sappiamo ancora perché in donne che assumono piccole e medie quantità si verificano danni alla salute del neonato, in altre no.
Negli Stati Uniti, dagli anni Ottanta le etichette delle bevande alcoliche raccomandano alle gestanti di astenersi dal consumo" continua il medico. "Francia e Gran Bretagna, di recente, si sono adeguate, mentre in Italia una proposta di legge analoga è ferma in Parlamento dal 2010". Motivo per cui l'informazione è fondamentale.


Per Ceccanti, che coordina l'Osservatorio sulla Fas del Policlinico Umberto I, la difficoltà maggiore è quella di convincere le madri dei bambini con diagnosi sospetta a tornare per accertamenti. Nel primo anno del progetto, su 1.780 bambini l'11,4% (204) è stato riconvocato: si è presentato solo il 50,8% e, nel 9,52 dei casi, si sono riscontrati sintomi di Fasd.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)