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Nature Medicine: trattamento della dipendenza da cocaina

Nature Medicine: trattamento della dipendenza da cocaina

Le droghe, si sa, sono pericolose: il loro uso determina gravi danni fisici e mentali e gradualmente causa dipendenza. Chi le

assume, infatti, nel tempo non riesce più a farne a meno e, anzi, deve aumentarne le dosi per ottenere gli stessi effetti,

incrementando, così, anche i danni a cui si espone, fino alle conseguenze più estreme
La cocaina, per esempio, è una droga che dà un immediato senso di forza, euforia e lucidità, provoca calo delle inibizioni e

del bisogno di sonno e di cibo, ma dopo l'euforia compare presto una fase di depressione, che spinge a nuova assunzione della

sostanza e così rapidamente si può determinare la dipendenza, con rischi per la salute fisica (soprattutto a livello

cardiaco) e a livello mentale (interferisce con il comportamento, provocando aggressività, allentamento della critica e del

giudizio).
Recentemente è stata, però, studiata una pianta, la pueraria, una leguminosa rampicante originaria del Giappone, già nota in

erboristeria perché germogli e foglie sono usati nella lotta all'alcolismo, che sembra aiutare a contrastare la dipendenza

dalle droghe, in particolare proprio dalla cocaina.
Lo studio in questione, pubblicato sulla rivista scientifica "Nature Medicine", è stato condotto sui topi usando un estratto

della pianta, l'inibitore della aldeide-deidrogenasi-2, una sostanza che è risultata in grado di agire sui meccanismi chimici

che regolano il desiderio irrefrenabile della sostanza stupefacente, andando ad agire proprio sui centri del piacere situati

nel cervello.
I ricercatori di un'azienda farmaceutica di Palo Alto, in California, sono riusciti a sintetizzare la sostanza anti-cocaina

utilizzando lo schema molecolare presente nella Pueraria. Forse in futuro, con ulteriori studi di approfondimento, ci sarà,

quindi, una nuova arma contro la dipendenza da cocaina. Non dimentichiamo che chi soffre di dipendenza da una sostanza

stupefacente, se viene costretto a smettere, sta male anche fisicamente (si parla di sindrome di astinenza) e questo fattore

è quello che più ostacola l'uscita dal tunnel.