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Nature Neuroscience: cocaina, ricompensa e ruolo degli autorecettori

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Nuove scoperte: cocaina, ricompensa e ruolo degli autorecettori

La neurotrasmissione dopaminergica esercita un ruolo fondamentale e complesso in numerosi meccanismi cerebrali che regolano l'attività

motoria, cognitiva, emozionale. Eventuali scompensi di questo meccanismo sono alla base di alcune patologie, tra cui l'uso compulsivo di

droghe.
I livelli extracellulari di dopamina (DA) nel cervello vengono aumentati sia da stimoli di ricompensa naturali, come l'assunzione di cibo, il

sesso, che dall'assunzione di droghe d'abuso. Nello specifico, numerose ricerche indicano che la suscettibilità alle droghe d'abuso è

correlata alla ridotta disponibilità di recettori dopaminergici D2 in un'area del cervello denominata striato, anche se alcuni studi indicano

che topi privi di questi recettori manifestano una risposta ridotta alle droghe d'abuso. Questi risultati contrapposti possono essere

spiegati dalla presenza di due diversi sottogruppi di recettori del tipo D2. La maggior parte di questi recettori sono di tipo post-

sinaptico, i quali rispondono alla stimolazione della DA rilasciata dai neuroni striatali dopaminergici. Tuttavia, i recettori D2 sono

espressi anche a livello pre-sinaptico, sui neuroni che rilasciano DA (anche denominati autorecettori), i quali sono responsabili del

meccanismo di feed-back negativo: una volta che la dopamina è stata rilasciata ed ha esercitato l'azione stimolante sui recettori post-

sinaptici, agendo anche su quelli pre-sinaptici ne blocca l'ulteriore produzione, modulando così la concentrazione cerebrale di DA.
Fino ad ora, studi sia farmacologici che genetici non erano stati in grado di differenziare queste due sottotipologie di recettori D2. Uno

studio di Estefania Bello e collaboratori, pubblicato dalla rivista Nature Neuroscience, descrive questi recettori pre-sinaptici e dimostra

come, in topi privati geneticamente di questi autorecettori D2, si osservi un aumento della sintesi e del rilascio di DA proprio a causa

della "disattivazione" del meccanismo di feedback negativo. Negli esperimenti per testare il livello di "interesse" per la cocaina, il

risultato finale era che questi topi mostravano un aumento dell'iperattività e della sensibilità agli effetti psicomotori e di ricompensa

della cocaina. In un secondo esperimento in cui veniva dato loro del cibo invece che droga, i topi mostravano ancora un'elevata attività di

ricerca, evidenziando il ruolo di questi recettori anche nel meccanismo della ricompensa agli stimoli naturali.
L'uso di questi topi modificati geneticamente può costituire un modello di interesse per studiare il legame tra la neurobiologia della

motivazione e i comportamenti compulsivi. I risultati dello studio, concludono gli autori, evidenziano il ruolo degli autorecettori D2 nella

risposta comportamentale verso stimoli di ricompensa sia naturali che da droghe d'abuso.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)