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Neknomination, diffusione del fenomeno ed impatto sui media

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Neknomination, diffusione del fenomeno ed impatto sui media

La Neknomination è l’ultima tendenza che sta degenerando su internet: assumere importanti quantità di superalcolici, insieme tra loro, fino a stordirsi e poi filmarsi mentre, sotto gli effluvi dell’alcol, si compiono imprese deliranti e pericolose, dallo spogliarsi in un supermercato, a fare skateboard sulla superstrada con le auto che sfrecciano.

Le regole sono semplici: dopo essersi “attaccati al collo” (neck, in inglese) della bottiglia, si posta in rete il video della propria bravata e si sfida un amico (nomination) a inventarsene e metterne in pratica una ancora più estrema. Pena, l’umiliazione del nominato sui social network. La posta è alta: in gioco c’è la vita.

Epidemiologia
Il folle “drinking game” infatti ha già il triste primato di dieci vittime in meno di un trimestre nel 2014: cinque in Australia, dove è nato all’inizio dell’anno, due in Irlanda e tre in Inghilterra, solo a Febbraio 2014. Un ragazzo di diciannove anni è morto a Dublino mentre cercava di attraversare a nuoto, ubriaco, un torrente gelato. Un altro a seguito di coma etilico. Certo, è un numero esiguo rispetto alle centinaia e migliaia di decessi tra i teenagers per il solo uso di sostanze stupefacenti o di incidenti stradali in stato di ebbrezza. Ma, come tutti i fenomeni virali che viaggiano su internet, la Neknomination si sta diffondendo alla velocità della luce: è già allarme in Francia e negli Stati Uniti.

Si è evoluto in modo rapidissimo e sempre più pericoloso. Ora ci si sfida non solo sulla quantità e velocità con cui si assumono gli alcolici, ma anche sul modo più estremo di bere: così, c’è chi gusta birra dal proprio w.c. facendo la verticale e chi assume bicchieri di vodka con all’interno qualsiasi cosa, anche animali vivi (pesci rossi) oppure chi si fa un frullato di gin e cibo per cani.

Aspetti Clinici e Sociologici
Non è un problema di dipendenza alcolica o dalla rete: questi comportamenti estremi esprimono un profondo bisogno di riconoscimento e di essere notati. I giovani sono alla ricerca di un riconoscimento relativo alla loro identità, al loro valore e alla loro diversità rispetto alle regole del mondo adulto. In mancanza di tali bisogni possono arrivare a morire pur di avere visibilità. Il pericolo spesso non viene riconosciuto oppure è negato: il diniego è legato ad una fantasia onnipotente di tipo infantile: una forma di estrema difesa dall’angoscia rispetto ad un vissuto di vulnerabilità e impotenza. I giovani hanno spesso bisogno di assumere atteggiamenti provocatori e di “rottura” per diversi motivi: da un lato cercano una propria identità, dall’altro richiamano, proprio con la provocazione, gli adulti ad occuparsi e a preoccuparsi. Infine affermano il loro sentirsi grandi. In mancanza dei riti di passaggio, quelli che una volta sancivano l’ingresso nel mondo dei “grandi” e oggi in disuso, c’è la ricerca spasmodica di visibilità e di complicità fra coetanei.

Questi gesti sono un estremo e inconsapevole tentativo di richiamo al mondo adulto, affinché si occupi e si preoccupi dei propri giovani. La soluzione di vietare rigidamente l’accesso a internet, rischia di scatenare il fascino a ciò che è proibito. Una migliore strategia potrebbe essere quella di condividere le nostre posizioni intese quelle adulte, senza essere autoritari. E’ necessario rivedere le nostre posizioni anche educative: dobbiamo accettare intimamente, che i nostri figli sono e saranno diversi da quello che invece vorremmo che fossero, solo così possiamo “contrattare” con loro. Fin da piccoli, ancor prima dell’età adolescenziale di passaggio, è importante aiutarli a riconoscere i pericoli e chiedergli, senza essere iperprotettivi, qual è il grado di supporto e di conoscenza di cui hanno bisogno.

 

(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

http://www.contaibicchieri.it/news/neknomination-alcol-videocamera-e-social-network/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)