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Neuropsychopharmacology: l'esposizione al THC dei genitori può portare conseguenze sulla prole

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Cannabis, esposizione al THC dei genitori può portare conseguenze sulla prole

Numerosi studi sono stati dedicati all’indagine degli effetti a lungo termine dell'esposizione alla cannabis con studi sperimentali su modello animale che hanno convalidato le relazioni causali tra alterazioni neurobiologiche e comportamentali durante la vita di un individuo.

Poche ricerche si sono però soffermate sullo studio degli effetti avversi di tale sostanza sulle future generazioni. Uno studio condotto dall’Icahn School of Medicine (USA) e pubblicato su Neuropsychopharmacology, ha evidenziato come l’esposizione di giovani ratti al THC, il principio attivo della cannabis, possa portare ad alterazioni molecolari e comportamentali nella generazione successiva, anche se non esposta direttamente a tale sostanza. Dal punto di vista molecolare, l’esposizione dei genitori al THC è risultata associata a cambiamenti, nella generazione successiva, dei geni dei recettori endocannabinoidi, dopaminergici e glutamatergici nello striato, un elemento chiave del circuito neuronale che media i comportamenti compulsivi e la sensibilità alla ricompensa.

Dal punto di vista elettrofisiologico, la plasticità è risultata alterata a livello delle sinapsi eccitatorie nel circuito dello striato, capaci di mediare i comportamenti compulsivi e orientati agli obiettivi. Questo studio, sottolineano in conclusione i ricercatori, dimostrerebbe come l’esposizione delle cellule germinali dei genitori al THC influenzi le caratteristiche molecolari dello striato, con un possibile impatto sulla prole ed un maggiore rischio di disturbi psichiatrici nella generazione successiva.


 
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