Neuroscienze: presentati quattro nuovi studi sulla vulnerabilità del cervello degli adolescenti alle droghe
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Fonte: Neuroscience 2010
Titolo originale e autori: Society for Neuroscience. Neuroscience 2010, San Diego.-
Presentati al quarantesimo congresso della Society for Neuroscience, quattro nuovi studi sulla pericolosità e i danni al
cervello degli adolescenti, provocati dall'uso precoce delle sostanze psicotrope.
Il cervello degli adolescenti è più vulnerabile all'attacco delle droghe rispetto agli adulti. E sono sempre più numerosi gli
studi che lo dimostrano, come riportato dalle ultime frontiere delle neuroscienze presentate al Neuroscience 2010, meeting
annuale della Society for Neuroscience che si sta concludendo oggi a San Diego in California. Alcune presentazioni sono state
dedicate proprio alla vulnerabilità del cervello dei giovani, con risultati riportati da quattro gruppi di ricerca
internazionali. Le scoperte si riferiscono a ricerche su varie sostanze psicotrope, condotte sia sull'uomo che su modelli
animali e dimostrano come, l'esposizione adolescenziale alle droghe, abbia conseguenze a lungo termine sulla salute.
Nello specifico, il gruppo di ricerca guidato da S.A. Gruber della Harvard Medical School ha riportato i risultati di test
neurocognitivi effettuati su 33 fumatori cronici di marijuana e 26 soggetti sani (gruppo di controllo). I dati hanno
dimostrato deficit cognitivi nei fumatori di marijuana rispetto al gruppo di controllo e, in particolare, chi aveva iniziato
ad usare marijuana in età adolescenziale, prima dei 16 anni, mostrava deficit più marcati. Inoltre i ricercatori hanno
osservato che maggiore era la quantità di marijuana assunta, peggiori erano le performance dei soggetti in studio, in termini
di mantenimento dell'attenzione e focalizzazione sul compito da eseguire.
L'età adolescenziale è anche una fase in cui può esserci una maggiore propensione all'uso di droghe e a sviluppare
dipendenza, come riportato da una ricerca effettuata su ratti a cui era stata data la possibilità di accedere a cocaina,
presentata da Michela Marinelli del Rosalind Franklin University of Medicine di Chicago. I ratti adolescenti si sono mostrati
infatti, più sensibili a basse dosi di cocaina e, a parità di "occasioni" di accesso alla sostanza, rispetto ai ratti adulti,
mostravano una attività motoria più intensa, pur di ottenerla.
Joshua Gulley della University of Illinois ha invece presentato uno studio in cui, ratti adolescenti trattati con amfetamina,
mostravano, nell'età adulta, alterazioni del funzionamento delle cellule cerebrali, specificatamente della corteccia
prefrontale, superiori rispetto a quanto osservato in ratti trattati con la sostanza in età adulta.
Infine, l'effetto dell'alcol, in particolare del binge drinking su ratti adolescenti, si è rivelato responsabile di una
alterazione delle risposte dell'organismo allo stress, che si riflettono in disturbi del comportamento e dell'umore nell'età
adulta, come presentato dal gruppo di ricerca di Toni Pak della Loyola University.
Gli studi sull'effetto delle droghe in età adolescenziale sono di grande importanza, viste le ripercussioni sul cervello dei
giovani con conseguenze che perdurano nell'età adulta e anche in Italia è attivo un network di neuroscienziati promosso dal
Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che sta conducendo studi sul tema con risultati
preliminari in linea con quanto presentato dai quattro gruppi di ricerca internazionali al congresso.
Redattore: Staff Dronet