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Noia: la grande amica di alcol e droghe

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Spritz, birra, cocktails. In mezzo “shot” da mandare giù tutto d'un fiato e amari da dopo pasto.

È la dieta alcolica di un under 20. Non è cambiata la voglia di eccesso che caratterizza alcune fasi dell'adolescenza. È cambiato il modo di farlo. Più disordinato, perché si mischia qualunque cosa, basta che il grado alcolico nel sangue cresca. Più solitario, perché ci si parla con gli smartphone. E quando l'età non consente di bere alcolici, si abbonda con i drink energizzanti. I ragazzi ne bevono anche due o tre per serata, mezzo litro alla volta, una “botta” di caffeina. Un modo come un altro per sballare.

«Io bevo raramente ma conosco molti miei coetanei che bevono spesso» spiega Anna, 14 anni, borsa sotto braccio e apparecchio ai denti. È emozionata nel rispondere, si lascia andare quando si sente dire che l'anonimato è garantito. L'ultima volta che hai bevuto? «Un paio di settimane fa, ero in un locale di quelli dove prima si mangia e poi si balla» spiega, «ma di solito non bevo molto. Ogni tanto lo faccio con mia mamma, assaggio il suo spritz».

È un fenomeno sempre più diffuso quello di genitori che non rinunciano all'aperitivo, anzi, coinvolgono anche i figli. Soprattutto nei quartieri, dove i baristi godono di un punto di vista privilegiato. «È vero, ne vedo molti di ragazzi che vengono al bar direttamente con i genitori. Mamma e papà sono giovani, escono a bere lo spritz, e i figli li seguono. Ma i più grandi escono da soli. Qui in quartiere non vengono da noi, che li conosciamo, ma vanno dai cinesi. Sanno che gli danno da bere senza fare domande».

Anna, Sofia e Martina hanno 17 anni ciascuna e una sigaretta in mano. Leggings, capelli lunghi, occhiali da sole. Sono in passeggiata. «La mia prima sbronza? Lo scorso anno» spiega una delle ragazze. Perché? «Non sapevo quale era il mio limite. Ho iniziato a bere ad una festa e mi sono ritrovata tutta la sera in bagno. Non mi è piaciuto molto, non credo lo rifarò».

«A me invece bere piace» rivela la sua amica, «ma non amo tanto lo spritz, preferisco la birra. In discoteca invece super alcolici».

E al Botellòn, la festa spagnola che a fine maggio invaderà Padova, ci andrai? «No, mi fa paura stare in mezzo alla gente ubriaca».

A Padova, nella città universitaria per eccellenza, gli eccessi sono soprattutto un mondo maschile. «Beviamo per stare insieme» rivela un gruppo di ragazzi seduto all'aperto, «non abbiamo organizzato niente, ci siamo dati appuntamento in piazza».

I soldi, anche in centro, cominciano a scarseggiare e le paghette si riducono. Sempre meno discoteche, sempre più bar. Non ci si limita all'alcol. «Vedo girare tante droghe leggere» spiega un barista, «ma sempre più droghe pesanti. Come la cocaina, che costa sempre meno e ha effetti diversi dall'eroina. I ragazzi si annoiano, non hanno stimoli. Ma vedo già che se c'è un concerto, una serata organizzata la situazione cambia. I ragazzi bevono quando non hanno niente da fare. La noia è la grande amica dell’alcol e della droga».

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)