Non facciamoci abbagliare dalla tanoressia
Non facciamoci abbagliare dalla tanoressia
L'icona trendy di "sesso, droga e rock'n'roll" non basta più: bisogna anche essere abbronzati stile Caraibi perennemente. Si
aggiunge così, tra le molteplici dipendenze all'alcol, droga, cibo, lavoro e stress una new entry: la Tanoressia. Vera e
propria malattia che colpisce chi ricorre all'abbronzatura artificiale. Una ricerca pubblicata su Archives of Dermatology
spiega che un terzo dei giovani che si dedica al trattamento rischia di sviluppare una dipendenza compulsiva ed esagerata
pari a quella che generano droga e alcol.
Non solo, sembra che gli appassionati dei lettini abbronzanti siano anche più inclini a soffrire di ansia. E colpisce
soprattutto i giovani perché, insicuri del proprio aspetto, pensano di sentirsi più forti se superabbronzati. Inoltre, da
un'indagine fatta dal Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York, è emerso che circa il 30/39% dei giovani è
‘dipendente' dalla tintarella e non riesce più a vedersi senza un po' di colore addosso, e prova senso di colpa ogni volta
che si sottopone a una seduta abbronzante, nonostante vorrebbe ridurne l'uso.
Oltretutto i rischi per la giovane pelle sono molto alti: prima dei 35 anni infatti, secondo uno studio condotto dall'Agenzia
Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) e pubblicata sull'International Journal of Cancer, l'esposizione alle lampade
abbronzanti aumenta del 75% il rischio di sviluppare un melanoma, il tumore maligno della pelle. Solo in Italia la stima dei
melanomi, e dei decessi ad essi attribuiti, si aggira attorno a 7.000 casi l'anno. Se, poi, l'esposizione è elevata, sulla
pelle e sugli occhi non protetti si possono manifestare l'arrossamento della pelle (eritema) e l'infiammazione della cornea e
della congiuntiva. E il tutto accade entro 10-15 anni.