Non tutti i bevitori diventano alcolisti
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Mi trovavo in compagnia di amici conversando sulle recenti proposte in merito al consumo di alcolici, alla prevenzione, alla repressione, alla dipendenza quando il ragazzino figlio del padrone di casa chiede ingenuamente «papà perché si beve?». La risposta corretta è perché uno ha sete e se non beve acque per troppo tempo muore. Esistono però altri tipi di sete cioè quella che esprime un desiderio ed una terza che è espressione di un bisogno patologico. È la sete dell'alcolista che è quella tanto carica di misteri. Nel caso del desiderio le persone hanno la facoltà di scegliere, nel senso che possono desiderare di bere quotidianamente il loro aperitivo, o il loro bicchiere di vino ai pasti, o di brindare durante le cerimonie così da soddisfare tale desiderio bevendo. Ma, qualora decidessero di rinunciavi, lo farebbero senza particolari problemi, forse con un po' di sacrificio. Nell'etilista questo non è più possibile, in lui è successo qualcosa che ha «trasformato» il desiderio in bisogno, con caratteristiche del tutto sovrapponibili al bisogno fisiologico dell'assetato di bere acqua. Il questi casi, il cervello in mancanza di alcol, reagirebbe come se mancasse una soddisfazione di un bisogno fondamentale come la fame ad esempio lanciando messaggi via via più allarmanti e ultimativi. Non tutti i bevitori sono alcolisti sostiene l'Associazione Alcolisti Anonimi. Molte persone possono bere normalmente senza soffrire conseguenze fisiche, mentali o sociali. Per loro l'alcol non è un problema e si può solo augurare loro che quello stato di fatto non cambi. Ivo Marzi Reggio Emilia