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Northwestern University: il consumo di marijuana mette a rischio le facoltà mnemoniche

Northwestern University: il consumo di marijuana mette a rischio le facoltà mnemoniche

Memoria a rischio con la marijuana

L'uso da giovani compromette le performance cognitive


Consumare marijuana da giovani può compromettere la memoria a lungo termine da adulti. È ciò che afferma una ricerca pubblicata su Hippocampus da un team della Northwestern University.

L'autore dello studio, John Csernansky, spiega: “dal nostro studio emerge che la cannabis è in grado di danneggiare selettivamente quelle aree cerebrali deputate alla memoria a lungo termine che utilizziamo ogni giorno per risolvere i problemi più semplici”.

Ad essere danneggiato è soprattutto l'ippocampo, l'area del cervello fondamentale per l'orientamento spaziale e per la memoria. Gli scienziati hanno sottoposto un gruppo di ex consumatori di cannabis ad alcuni test cognitivi e alla risonanza magnetica.

Si trattava di soggetti che in età scolare avevano fumato almeno una volta al giorno per tre anni. I dati sono stati confrontati con quelli di chi non aveva mai fatto uso di droga.
È emerso che la la riduzione delle performance cognitive a distanza di due anni dal consumo era pari al 20 per cento nel primo gruppo. La risonanza magnetica ha poi evidenziato alterazioni strutturali nell'area dell'ippocampo.


Secondo un altro studio pubblicato su Lancet Psychiatry da un team del National Drug and Alcohol Research Centre presso l'Università di New South Wales di Sydney, la marijuana provoca danni importanti ai ragazzi che ne fanno uso prima dei 17 anni.

Le probabilità di completare il liceo o l'università si riducono del 60 per cento rispetto ai coetanei che non fanno uso della sostanza e aumentano i rischi di tentato suicidio e di abuso di altre sostanze illecite.


Il dott. Richard Mattick, che ha coordinato la ricerca, spiega: “risultati che andrebbero seriamente presi in considerazione da chi progetta di legalizzare la cannabis”.
Gli scienziati australiani hanno esaminato i dati provenienti da tre grandi studi longitudinali svolti su un totale di 3700 persone.
“Abbiamo correlato la frequenza d’uso della marijuana con sette parametri evolutivi fino all'età di 30 anni: il completamento delle scuole superiori; l’ottenimento di una laurea; la dipendenza da cannabis; l’uso di altre droghe illecite; i tentativi di suicidio; frequenza di depressione e il grado di dipendenza dall’assistenza sociosanitaria nazionale”, spiega il dott. Mattick.

(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.italiasalute.it/7449/pag2/Memoria-a-rischio-con-marijuana.html


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)