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Notte nelle discoteche del bergamasco: troppo l'alcol tra i giovani

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Notte nelle discoteche orobiche. Troppo l'alcol tra i giovani
Cresce l'abuso di alcol tra i giovani «Raga, io sono scialla! Però sto posto è un botto bello, molto meglio dello scrauso di sabato scorso».

D'accordo, sono quasi le tre di sabato notte e attorno c'è tanto rumore. Ma la frase che pronuncia una ragazzina - avrà sedici anni ed è

spaparanzata sul divanetto di una discoteca della Bergamasca - è davvero questa, parola per parola. Avrà bevuto? Può darsi, ma la «parlata» non c'entra: è solo lo «slang» dei ragazzi di oggi. Che, nei sabato notte si ritrovano nelle discoteche per ballare. E bere. Qualcuno anche parecchio.
A stare per qualche decina di minuti vicino al bancone di questo locale della provincia il viavai di ragazzi è continuo. Nessuno chiede il

documento d'identità. Dal bancone non è facile percepire chi beve, uno stesso ragazzo si presenta dai baristi più volte nel giro di pochi

minuti: basta poi seguirlo con lo sguardo per capire che quei bicchieroni non li ha trangugiati lui, ma li ha portati a un gruppetto di

ragazze a un divanetto un po' buio e isolato.
Di droga, nei locali fatti passare sabato notte, non ce n'era. O, perlomeno, non era in bella mostra. L'alcol, invece, lo è. Anche nei

parcheggi esterni delle discoteche sono tanti i gruppetti di ragazzi che sfidano il freddo pungente per parlottare sottovoce, facendo

comunella. Qualcuno ha in mano delle bottiglie senza etichetta: forse si sono portati da casa (o dal supermercato) una scorta di alcol da

consumare anche fuori dal locale. Difficile interagire con loro se non sei del gruppo: sono blindatissimi e ti scambiano subito per uno

«sbirro» in borghese.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)