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Nuove dipendenze: analisi attuale del fenomeno

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Nuove dipendenze- Oltre l'eccesso la moderazione

Se ne parla da tempo perché il fenomeno ha raggiunto dimensioni tali da non poter più passare inosservato. Oggi anche la bibbia delle

patologie mentali, il DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), dedica ai comportamenti additivi un numero crescente di

pagine che, con la nuova edizione, il DSM-V, salirà a trecento. Sono le nuove dipendenze, quelle da shopping, sport, sesso, lavoro, internet,

trasversali alla popolazione e parzialmente slegate dalla situazione socio-economica degli individui, a differenza delle dipendenze da

sostanze, come le droghe o l'alcol.
"In Italia, la spesa annuale per il gioco ha raggiunto quota 75 miliardi, circa 1300 euro a testa, escludendo i lattanti e gli

ultracentenari. Un giro d'affari che ci pone al primo posto in Europa e al terzo nella classifica mondiale.
Con quasi 800mila giocatori compulsivi di cui 6mila in trattamento, quella da gioco d'azzardo è la dipendenza con la curva di crescita più

significativa". Sono le poderose cifre esposte da Alfio Lucchini, presidente nazionale della Federazione Italiana degli operatori dei

Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze (FeDerSerd) e Direttore Dipartimento Dipendenze ASL Milano 2, nel corso dell'incontro

"Università-Città Le parole che ho in mente", organizzato dalla Facoltà di Scienze Cognitive dell'Università di Trento. La buona

partecipazione di pubblico ha confermato l'interesse diffuso verso il fenomeno al centro della serata di ieri, intitolata "Eccesso", ovvero

quello delle nuove dipendenze.
"Effettuare studi epidemiologici in questo settore non è semplice, le stime per quanto alte sono sempre per difetto" ha subito messo in

guardia Lucchini, uno dei massimi esperti italiani nel settore delle dipendenze patologiche.
"Nonostante alcune differenze, come quelle legate ai meccanismi della soddisfazione, molto accomuna le dipendenze comportamentali a quelle chimiche: l'aspetto compulsivo è presente in entrambe e i sintomi fisici che procurano le dipendenze da comportamenti ricordano quelli dell'astinenza. Infatti, il termine tecnico con cui si indica l'irresistibile desiderio di assumere una sostanza, craving, è in un certo senso unificante perché indica anche un pensiero ossessivo" ha spiegato Alfio Lucchini, che non ha potuto non spendere qualche parola anche sulle dipendenze da sostanze psicotrope, per la pervasività e la gravità del fenomeno e delle sue conseguenze.
Infatti, secondo l'Europa, l'uso di sostanze psicotrope è la prima causa di morte e di danni prevedibili (inclusi gli incidenti stradali) dai 18 ai 26 anni, sia in Europa sia negli USA. Il Rapporto Annuale 2011 dell'Osservatorio Europeo sulle Droghe e le Tossicodipendenze (Lisbona, ottobre 2011) ha rilevato una strutturalità dei consumi ma una variabilità delle sostanze. In altre parole, il problema cambia ma persiste nella sua potenza distruttiva. Il paradigma dell'attualità è il cosidetto policonsumo, la presenza contemporanea di dipendenze diagnosticate diverse, ad esempio alcol e gioco oppure cocaina e sesso.
Il SerT Trentino presenterà la sua relazione annuale tra qualche settimana, Lucchini ha comunque illustrato una situazione locale in linea

con la media italiana, in alcuni casi anche migliore. I soggetti in trattamento pressi i Ser.T. del Trentino per abuso o dipendenza da

sostanze nel 2010 (oppiacei in nove su dieci; con 157 nuovi assistiti rispetto al 2009) erano 1127, ma quasi il doppio erano gli eleggibili a

trattamento (2388).
I dati indicano che ci si rivolge ai servizi pubblici anche per le nuove dipendenze alle quali il professor Alfio Lucchini ha dedicato il suo

ultimo libro, scritto a quattro mani con la giornalista scientifica Paola Emilia Cicerone, "Oltre l'eccesso. Quando internet, shopping,

sesso, sport, lavoro, gioco diventano una dipendenza" (Franco Angeli, 2011). Quali sono i campanelli di allarme? Come capire quando nei

confronti di sesso, sport, shopping, lavoro, internet abbiamo sviluppato una dipendenza?
"Esiste patologia quando il comportamento viene attivato per far fronte ad altri bisogni personali. Un individuo insicuro può trovare nello

shopping, nel sesso, nella dedizione sfrenata al lavoro o nell'acquisto compulsivo la compensazione ai suoi problemi. Bisogna prestare

attenzione alla frequenza del comportamento additivo e preoccuparsi quando tutti gli altri aspetti della vita sono tralasciati in favore di

quell'attività alla quale si pensa ossessivamente, perché unica a darci gratificazione" ha spiegato la psicologa e psicoterapeuta Paola

Venuti, docente di Psicopatologia Clinica e Psicologia Dinamica e responsabile del servizio di counseling dell'Università di Trento.
Gli adolescenti sono soggetti deboli, dalla personalità non ancora strutturata, e nel web possono rischiare di perdersi. "Rimanere ingabbiato

nei giochi di ruolo, nel gioco d'azzardo, nei social network è anche un modo per mettersi al riparo da alcune relazioni per le quali

l'adolescente non è pronto, ma allora è inutile incolpare il web, bisogna pensarci prima, guardando alla qualità della relazione tra il

bambino e chi lo accudisce, per garantire al piccolo uno sviluppo equilibrato" afferma la professoressa Venuti, che pure ammette come le

nuove tecnologie abbiano moltiplicato le occasioni per mettere in atto comportamenti ossessivi compulsive.
In molti denunciano il paradosso secondo cui l'amministrazione del gioco - che tanto nuoce ai cittadini - è regolata dallo stato, tramite il

ministero dell'economia e delle finanze. Il problema è sociale (della società e dei suoi valori) e tutti gli attori - stato compreso - devono

farsene carico. La soluzione deve passare da un lavoro costante di prevenzione, di interventi a supporto dell'individuo della genitorialità,

perchè - secondo la professoressa Venuti, Psicologa e psicoterapeuta è responsabile del Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale dove si svolgono attività di ricerca, diagnosi e trattamento dei disturbi dello sviluppo - "alla base del passaggio alla patologia dei

comportamenti di dipendenza - del tutto normali in certe fasi della vita - vi sono delle insicurezze di fondo nelle relazioni che vanno fatte

risalire allo stile di attaccamento che si è strutturato nei primi anni di vita".
E quindi poca differenza esiste nei meccanismi che muovono un workaholic, che si guadagna il plauso della società per i suoi meriti, e un

alcolista, il cui bere è un vizio deprecabile: entrambe sono patologie che rovinano la vita ad individui insicuri, dalle personalità deboli e

problematiche, costretti ad aggrapparsi all'alcol e al lavoro per andare avanti. La società contemporanea favorisce questi comportamenti e

alcuni studi sono stati in corso sulle modifiche fenomenologiche di una stessa dipendenza nel tempo. Se ad esempio una volta il gioco si

caratterizzava per la sua socialità, oggi quando pigiamo ossessivamente i tasti di una slot machine online o passiamo ore e ore immersi in un gioco di ruolo online siamo sempre seduti davanti ad uno schermo. Soli.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)