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Nuove Droghe: per i medici è un rebus soccorrere chi sta male

Nuove Droghe: per i medici è un rebus soccorrere chi sta male

Nuove Droghe, per i medici è un rebus soccorrere chi sta male

Arrivano in Pronto soccorso in stato di agitazione, allucinati, con pupille dilatate e la frequenza cardiaca a mille, oppure, al contrario, lentissima, magari con segni di ictus, infarto, o perfino in coma. Per i medici che devono prendersi cura di loro, in piena intossicazione acuta da sostanze psicoattive, inizia una partita a dadi con la sorte. Perché quasi mai si sa che cosa ha in corpo il malcapitato di turno, come spiega Carlo Locatelli, responsabile Centro Antiveleni – CNIT della Fondazione Maugeri di Pavia: «Possiamo gestire i sintomi: stabilizzare i pazienti ed evitare che facciano male a sé o agli altri se sono violenti, tenere sotto controllo il sistema cardiovascolare, il più a rischio in fase acuta, trattare le psicosi. Dal 2010 al 2014 alla nostra struttura, che è centro di riferimento per il Sistema Nazionale Allerta Precoce sulle droghe sono arrivate richieste di consulenza per circa 8600 casi, ma solo per 900 è stata possibile una diagnosi certa della sostanza assunta e dei dosaggi introdotti. Di solito si riconosce la positività a nuove sostanze quando si escludono tutte le altre per cui esistono i test».

I mix pericolosi che «cozzano» con gli anestetici

Non si riesce a star dietro alle nuove molecole e a mettere a punto esami per scovarle in chi le consuma: i produttori sono più veloci, nel 2014 sono entrate in commercio 101 nuove sostanze psicoattive e quando si trova il modo per identificarne una, magari non si usa più. «Nel 30% dei casi chi arriva in ospedale non ha idea di che cosa abbia preso, il 70% ha fatto un mix ed è positivo a cannabis, cocaina e lo sarebbe pure a nuove droghe che non siamo in grado di rilevare — riprende Locatelli —. A volte aggiunge fumo e alcol, in altri casi il cocktail è involontario: nelle pasticche è difficile sapere che c’è, in alcune ci sono 20 sostanze insieme. Non sapendo che cosa siano le droghe da neutralizzare, i pericoli si moltiplicano: se dobbiamo operare per un trauma da incidente stradale, ad esempio, è difficile fare un’anestesia in sicurezza perché molte sostanze “cozzano” con gli anestetici. E poi c’è la gestione del “dopo”, spesso una psicosi da cui non si torna indietro: è una conseguenza che tanti ignorano, ma che dovrebbe essere ben conosciuta. Per una pasticca si può morire, ma pure restare disabili a vita».

Con una pasticca si può morire, ma anche restare invalidi a vita

Questo messaggio può bastare come deterrente al consumo? «Bisogna dire la verità, senza moralismi: non esistono droghe leggere e pesanti, ma non è neppure vero che tutte sono mortali — spiega Simona Pichini, ricercatrice dell’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga (OSSFAD) dell’Istituto Superiore di Sanità —. Dobbiamo informare i ragazzi su che cosa può succedere davvero se ci si droga». Serve soprattutto dire quel che accadrà a brevissimo, come sottolinea Sabrina Molinaro, dell’Ifc-CNR di Pisa: «Anziché terrorizzarli con rischi che sono percepiti come remoti, va spiegato, ad esempio, che dopo aver preso la pasticca mancherà l’aria, arriverà un attacco di panico, sarà possibile vomitare e sudare a profusione, prima o poi ci sarà di sicuro un “brutto viaggio” e per questo è bene non essere da soli; bisogna spiegare quali effetti sono “prevedibili” e dare indicazioni su che cosa fare invece se compaiono sintomi più seri.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.sostanze.info/articolo/nuove-droghe-medici-rebus-soccorrere-chi-sta-male

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)