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Nuove sostanze psicoattive: il caso della camfetamina

Nuove sostanze psicoattive: il caso della camfetamina

NUOVE SOSTANZE PSICOATTIVE: IL CASO DELLA CAMFETAMINA


Il numero di nuove sostanze psicoattive (NPS) commercializzato online si presenta in costante aumento e il suo sviluppo pone sfide di tipo inedito dal punto di vista socio-sanitario e della sicurezza dei consumatori. Fra le NPS, si ha notizia che l’N-Methyl-3-phenyl-norbornan-2-amine (Camfetamina), che appartiene alla classe degli stimolanti anfetaminici, è utilizzata come droga ricreazionale dal 2011, ma a oggi le informazioni e la letteratura scientifica su questa sostanza sono molto lacunose, specialmente in merito ai suoi effetti e contro-indicazioni. Da rilevare che la sua diffusione sembra correlata alla messa al bando del mefedrone e dei derivati del catinone.

Un articolo di un gruppo di ricercatori italiani permette di fare parzialmente luce sulla camfetamina. I ricercatori hanno effettuato un’esaustiva review della letteratura scientifica in lingua italiana e inglese su questa sostanza, in un periodo compreso fra maggio 2011 e gennaio 2014. Fra i risultati più significativi della review, è da notare che la camfetamina agisce come un indiretto agonista dopaminergico a livello di sistema nervoso centrale e al tempo stesso può avere moderati effetti oppiodi. La paradossale compresenza di due effetti opposti potrebbe essere in parte spiegabile sulla base del dosaggio: ad alti dosaggi prevarrebbero gli effetti stimolanti, a bassi dosaggi quelli rilassanti.

Nonostante non siano disponibili, nella letteratura esistente, dati epidemiologici affidabili sull’uso ricreativo di camfetamina, i ricercatori ipotizzano che essa sia usata in prevalenza da soggetti con una storia di poli-consumi.

Sul piano degli effetti, il suo uso facilita la vigilanza mentale, induce rilassamento e, a differenza di altri stimolanti, non sembra determinare effetti fisici particolarmente negativi, anche se come detto si dispongono di dati insufficienti ai fini di una valutazione affidabile.

Tuttavia, appare assolutamente da evitare per un principio di precauzione il suo uso in modalità intravenosa e intra-muscolare, così come la sua associazione con altre sostanze psicoattive. Alla pari delle anfetamine, l’uso ripetuto di camfetamine può determinare rischi più o meno rilevanti di dipendenza.

(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.cesda.net/?p=9062

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)