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Occhio alle dipendenze: inchiesta degli studenti

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"Occhio alle dipendenze" L'inchiesta degli studenti

A Trecasali i ragazzi della terza A e D della media Dalla Chiesa si sono trasformati in reporter, realizzando un corposo lavoro su droga e alcol, intervistando i coetanei. Emerge come si beva sempre più tra i giovanissimi e si faccia sempre più uso di droghe leggere e cocaina. L'insegnate Aida Zenato: "C'è stata grande partecipazione, i ragazzi sanno che sono problemi che li toccano da vicino.
 
Droga e alcol sono sempre più diffusi tra i giovani, spesso inconsapevoli che bere alcolici, per esempio, può diventare un problema. Se non una malattia. Si consuma in casa, al pub. Si diffonde anche nei piccoli centri il rito dell'happy hour. E la droga compare a 16 anni, si comincia con hashish e marijuana, se non cocaina, e i posti preferiti, a seconda delle fasce di età, sono la scuola, la discoteca, ma anche il bar.
Questi rapidi dati non sono l'ennesimo rapporto che di tanto in tanto si legge sui giornali, diffuso da qualche ente. Sono il risultato delle accurate indagini di una iniziativa unica nel suo genere che ha trasformato i ragazzi delle classi terza A e D della scuola media Della Chiesa di Trecasali in reporter. Gli studenti hanno battuto locali, intervistato, macinato le classiche suole sotto le scarpe per cercare di capire in prima persona il fenomeno delle dipendenze, verificando sulla viva pelle di amici e loro pari di età, quelli che possono essere stati gli stessi loro dubbi e perplessità.
Una ricerca mossa dalla passione e dal desiderio di capire in modo galileiano i problemi, verificandoli sul territorio, della loro insegnate Aida Zenato. "Tre anni fa - racconta - feci un lavoro sul bullismo, questa volta ho voluto costruire un percorso analogo con alcol e droga, andando a verificare sul territorio". Unlavoro che si è in parte collegato ad alcuni progetti provinciali. Ma Zanato e i suoi ragazzi ci hanno messo molto di loro. "Loro sono stati entusiasti, per quanto mi riguarda ho voluto intraprendere questo tipo di lavoro perché alcol e droga sono problemi grossi, eppure restano sempre un po' indefiniti".
Gli studenti non si sono fatti pregare: "Si sono dimostrati molto partecipi, mostrando grande collaborazione e rivelando notevole sensibilità. D'altra parte, nelle classi si vedono situazioni sempre crescenti di disagio, specie legati a problemi familiari". Fattori che possono spingere i giovani ad avvicinarsi agli alcolici e agli stupefacenti. "I ragazzi sono consapevoli che si tratta di problemi che li riguarda".
Così le due classi non si sono risparmiate, stilando un rapporto su Trecasali di ben 73 pagine, ricco di dati, analisi, documenti e approfondimenti. "In classe abbiamo fatto letture, esaminato materiale, quindi abbiamo tratto una serie di argomenti, poi organizzati in un questionario". L'indagine ha affrontato due distinte fasce d'età: 11-14 anni e 15-18. E' toccato quindi agli studenti, divisi in gruppi, intervistare gli altri ragazzi della zona.
Per l'alcol hanno risposto in 157, mentre per la droga in 91. E' in quest'ultimo ambito che si sono incontrate le maggiore difficoltà a ottenere le risposte, trattandosi di una sostanza che, a differenza dell'alcol, viene considerata proibita. "Abbiamo rischiato un pugno in faccia" racconta Zenato riferendo le impressioni di alcuni degli studenti coinvolti nell'indagine.
L'INDAGINE - E' impossibile riassumere in poche righe il lavoro molto accurato svolto dalle due classi. Per quanto riguarda l'alcol, emerge una certa inconsapevolezza nel considerarlo come una sostanza che può creare dipendenza e portare ad ammalarsi. Nella fascia di età 11-14 ben il 42 % ha risposto "No" alla domanda se l'alcol è da considerarsi una droga, mentre tra i 15-18 sembra esserci maggiore attenzione.
Colpisce il fatto che entrambe le classi di età non vedano gli alcolici come una malattia, ma al massimo come una semplice intossicazione. Birra e super alcolici sembrano le bevande più gettonate, anche tra i giovanissimi. Ma cresce anche la moda dell'happy hour serale, percepito come qualcosa di innocuo. Si inizia a bere, secondo il campione, tra gli 11 e i 14 anni.
Solo il 21% pensa che si cominci una volta maggiorenni. Non meno allarme desta il dato che i ragazzi tra gli 11 e i 14 anni trovino facilmente da bere nei locali pubblici, dove per legge è vietato dar da bere ai minori. Ma i ragazzi bevono anche a casa. Tra le ragioni che spingono all'alcol domina la motivazione "per sentirsi diverso" e "per fare parte di un gruppo". Un 13% ha indicato problemi con i genitori.
Fanno uso di droghe, secondo l'indagine, il 40% su 102 ragazzi intervistati, con le femmine che superano i maschi. Rispetto all'alcol sembra esserci maggiore consapevolezza sui rischi legati alla dipendenza, anche se i più grandi, tra i 15 e i 18, sembrano manifestare minore attenzione al problema. Si conferma la tendenza a distinguere tra droghe pesanti e leggere. Tra quest'ultime figurano hashish e marijuana, probabilmente anche le più diffuse. Ma cresce anche l'accesso alla cocaina come sembra indicare il dato che il 10% dei ragazzi più grandi e il 20% di quelli più piccoli considera leggera.
C'è invece consapevolezza, in entrambe le fasce di età, sui rischi legati all'ecstasy. Si comincia a fare uso di droghe tra i 14 e i 16 anni, un dato in linea con la tendenza nazionale. Si preferisce farlo con gli amici, specie tra quelli più grandi. Al pari dell'alcol si comincia per "fare parte di un gruppo", mentre tra i giovani tra gli 11 e i 14 ha riscosso successo anche la motivazione legata al desiderio di sentirsi più grandi. Tra i 15-18 i posti preferiti sono i luoghi appartati, ma anche la scuola e la discoteca, mentre pub e locali pubblici sono preferiti dagli 11-14. La droga ce la si procura per lo più dallo spacciatore di strada, anche se non manca chi indica di trovarla anche a scuola, in particolare tra i più grandi.
Lasciamo la parola ha Zenato: "Per gli studenti è stata un'esperienza coinvolgente e costruttiva, che li ha costretti a mettersi alla prova, a prendere maggiore coscienza della realtà. Serve molto impegno, è un'iniziativa personale, che costa molte ore di lavoro. Speriamo di poterla ripetere, anche se forse i risultati non sempre sono graditi".

 


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)