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OEDT: cresce il consumo di droga tra i giovani

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Per divertimento, per noia o semplicemente perchè a farlo sono proprio tutti, compresi amici e compagni. Per i giovani studenti italiani drogarsi, almeno una volta "per provare", è del tutto normale.

Unimagazine 15 luglio 2009

Per divertimento, per noia o semplicemente perchè a farlo sono proprio tutti, compresi amici e compagni. Per i giovani studenti italiani drogarsi, almeno una volta "per provare", è del tutto normale, quasi come accendersi una sigaretta e dimostrare agli altri di essere già adulti. La Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia nel 2008, presentata alla stampa alla fine del giugno scorso, ha reso pubbliche delle statistiche alquanto allarmanti: il 2,7% degli studenti delle scuole secondarie (15-19 anni) consuma hashish tutti i giorni, mentre lo 0,5% afferma di usare spesso cocaina e lo 0,3% eroina. Quest'ultima viene però sempre più spesso vaporizzata che iniettata, ed il suo consumo è rimasto pressoché simile a quello del 2007. L'eroina, pericolosa anche se usata una volta sola, sembra essere infatti lo stupefacente che i giovani temono di più, per via della facile dipendenza e dell'alto rischio di mortalità: in Europa, essa provoca ben l'80% delle morti per overdose.
Rispetto agli anni precedenti, è invece in aumento il numero di ragazze coinvolte dal fenomeno, mentre continua a prevalere il consumo occasionale: il 5,8% degli studenti, per esempio, ha usato cocaina almeno una volta, ritenendola il più delle volte una tipo di droga abbastanza leggera. La percentuale più alta rimane comunque quella dei consumatori di cannabis. Secondo i dati pubblicati, nel novembre dello scorso anno dall'Osservatorio europeo sulle droghe e tossicodipendenze (Oedt) in Europa, il nostro paese è in testa, insieme alla Spagna, ai consumi di "erba" nella Ue: è l'11,2% della popolazione, compresa tra i 15 e i 64 anni, a farne uso.
La relazione annuale precisa che, tra gli studenti, il 31,5% l'ha usata almeno una volta e, benché il consumo maggiore si osservi tra gli studenti diciannovenni, l'uso precoce riguarda il 20% dei maschi di 16 anni. In diminuzione risulta essere il consumo degli stimolanti (il 4,7% li ha usati almeno una volta e lo 0,9% ne fa uso frequente), ormai sorpassati dai più potenti allucinogeni (anche in questo caso, il 4,7% ha usato allucinogeni almeno una volta mentre lo 0,5% ne fa uso frequente).
L'uso sempre più alto di droghe tra i giovanissimi è stato registrato in tutte le città italiane. Nella capitale, una proiezione elaborata dall'agenzia comunale per le tossicodipendenze che parte dal numero degli utenti dei Sert ed estende la stima agli utilizzatori di droga che non si rivolgono ai centri di assistenza comunale, ha contato tra i 25 e i 30mila consumatori di droga. Tra questi, moltissimi i giovani che spesso rifiutano ogni tipo di aiuto. Il continuo abbassamento dell'età dei consumatori si associa inoltre ad una carenza di corrette informazioni e, ancor peggio, ad una scarsa percezione del grave rischio che si corre. La maggior parte dei giovani che utilizzano gi stupefacenti ammettono infatti di farlo principalmente per divertimento, in discoteca ma anche a scuola (dove ormai è diventato facilissimo e non troppo caro procurasi una "dose") e allo stadio. Alla droga si associa nella stragrande maggioranza dei casi il consumo di alcol che, a giudizio di molti, fa male "solo se si esagera". Secondo un'indagine compiuta dalla Asl Roma F, quasi tutti i giovani studenti hanno amici che consumano superalcolici e hashish e, quindi, paradossalmente considerano la cosa normale. La droga serve a far parte del gruppo per il 26% degli intervistati, per divertirsi per il 22% e per trasgredire per il 21%.
In totale il 59% dei ragazzi dichiara di ricorrere a sostanze stupefacenti quando è in compagnia: il 27,49% assume superalcolici, il 20,13% hashish, il 6% cocaina, il 2,60% ecstasy, l'1,67% acidi e 1,23% eroina.
È la discoteca, per il 43% dei ragazzi, il luogo per eccellenza in cui si fa uso di sostanze, segue la scuola (18%) e lo stadio (11%).
Per contrastare la preoccupante situazione attuale, il Senatore Giovanardi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha presentato lo scorso mese, il documento "Cocaina e minori". In esso sono contenuti una valutazione degli interventi di prevenzione e un corposo numero di allegati tra i quali spiccano la guida per genitori, educatori e amministratori, la raccolta dei materiali della campagna informativa nazionale e una guida per il trattamento individuale della dipendenza da cocaina attraverso il counseling. Numerose sono inoltre le linee di informazione dedicate a diversi temi. Tra queste: informazione e comunicazione mediatiche coerenti, implementazione del ruolo della famiglia, impiego di strumenti multimediali, diagnosi precoce e supporto alle famiglie, programmi di allerta precoce per la responsabilizzazione dei genitori, servizi dedicati ai minori, applicazione delle leggi contro la promozione e la pubblicizzazione dell'uso di droghe, controlli antidroga e antialcol sui guidatori minorenni, coinvolgimento del mondo dello spettacolo.
Intanto, l'annullamento della condanna a un anno di carcere inflitta nel 2006 dalla Corte di Appello di Milano al preside di un liceo di Rho per "agevolazione dell' uso di stupefacenti" e per non aver fatto abbastanza per bloccare gli episodi "abituali e intensi" degli studenti che consumavano abitualmente droga nei bagni dell' istituto, lascia tutti a bocca aperta. I giudici di appello si erano richiamati all'art.79 della legge 309 che punisce "chiunque, avendo la disponibilità di un immobile, ambiente o veicolo idoneo lo adibisce o consente agli altri di adibirlo a luogo di convegno abituale di persone che si diano all'uso di sostanze stupefacenti". Ma la Cassazione ha spiegato che affinché si configuri il reato "è necessario che il soggetto agisca con la coscienza e la volontà di agevolare, con la sua condotta, l'uso di sostanze". Dalle prove raccolte si evinceva al contrario che il "comportamento passivo" del preside era stato solo "una mancata presa di coscienza dell'effettiva gravità del problema e dell'incapacità di tentare di porvi rimedio attraverso l'adozione di misure efficienti di contrasto alla cessione e consumo di droga all'interno dell'istituto". Un nulla di fatto dunque. Drogarsi continua ad essere, malgrado tutto, "normale".