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News di Alcologia

OMS Europa: dati su alcol e salute

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Ridurre il consumo dannoso e rischioso di alcol sta diventando una priorità a livello nazionale, regionale e globale; la

strada da percorrere è quella dell'attuazione di strategie di provata efficacia. Il consumo dannoso di alcol è legato alle

morti premature e alle malattie evitabili ed è uno dei principali fattori di rischio prevenibili di disturbi

neuropsichiatrici, malattie cardiovascolari, cirrosi del fegato e tumori. È associato a numerose malattie infettive, come

Hiv, Aids e tubercolosi, e contribuisce significativamente a provocare incidenti e infortuni, inclusi quelli imputabili a

violenza, traffico stradale e suicidi. Inoltre, il consumo eccessivo di alcol durante la gravidanza può provocare gravi danni

al neonato.
Il rapporto European Status Report on Alcohol and Health 2010, pubblicato dall'Oms Europa nel 2010, presenta i dati più

recenti della Regione europea dell'Oms sul consumo di alcol, sui danni alla salute e sulle risposte fornite da ciascun Paese.

Il documento riassume la situazione della Regione nel suo complesso e fornisce i profili dei 53 Paesi membri, e con tabelle e

grafici illustra i dati rilevati su alcuni dei principali indicatori dell'indagine 2009 su Alcol e Salute. Inoltre, la

relazione descrive gli strumenti e le attività adottate dall'Oms per sostenere i Paesi nei propri sforzi per ridurre i danni

alcol-correlati.
I profili nazionali e i trend regionali contenuti nel rapporto sono stati sviluppati sulla base di indicatori stabiliti nel

quadro della Global Survey on Alcohol and Health.
La Regione europea dell'Oms è la Regione con il più alto tasso di forti bevitori del mondo, con oltre un quinto della

popolazione europea di 15 anni e più che riferisce episodi di consumo eccessivo di alcol (cinque o più bevande in una sola

occasione, o 50 g di alcol) almeno una volta alla settimana. Il cosiddetto binge drinking è diffuso in tutte le fasce di età

e in tutti i Paesi membri. In Europa vi sono ampie variazioni nel tasso di astinenza dall'alcol, definito come l'assenza di

consumo di alcol negli ultimi 12 mesi: la percentuale di astemi di sesso maschile, per esempio, è 27 volte maggiore in

Turchia che in Danimarca, poiché è molto evidente la correlazione tra tasso di astinenza dall'alcol e frazione di popolazione

musulmana.
La situazione nella Regione europea dell'Oms
Il consumo di alcol è oscillato notevolmente nella Regione europea dell'Oms: è diminuito, aumentato e poi si è stabilizzato

nel periodo 1990-2006. Nell’arco di questi anni, i Paesi classificati come Euro-A (27 Paesi con mortalità infantile e degli

adulti molto bassa: Andorra, Austria, Belgio, Croazia, Cipro, Repubblica ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania,

Grecia, Islanda, Irlanda, Israele, Italia, Lussemburgo, Malta, Monaco, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, San Marino,

Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito) hanno fatto registrare il più alto consumo totale di alcol tra gli adulti e

il maggiore consumo di birra e vino.
Religione, ruoli di genere e norme culturali giocano un ruolo importante nella decisione degli individui di bere o di

astenersi dal consumo di alcol.
Ampie variazioni tra Paesi si registrano anche per quanto riguarda le quantità consumate pro-capite e le percentuali di

episodi di consumo eccessivo di alcol nel corso della settimana, soprattutto per gli uomini.
I tassi di mortalità da malattia epatica alcol-correlata sono più alti tra i Paesi Euro-C (9 Paesi con bassa mortalità

infantile, ma alta mortalità degli adulti: Bielorussia, Estonia, Ungheria, Kazakistan, Lettonia, Lituania, Moldova, Russia e

Ucraina), rispetto a quelli Euro-A e Euro-B (17 Paesi con un basso livello di mortalità infantile e degli adulti: Albania,

Armenia, Azerbaigian, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Georgia, Kyrgyzstan, Montenegro, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia,

Tajikistan, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Turchia, Turkmenistan e Uzbekistan), e sono simili sia per gli uomini sia

per le donne.
Il 60% dei Paesi della Regione europea dell'Oms ha dichiarato di avere una politica nazionale sull’alcol, mentre il 29% non

aveva né una politica nazionale, né una sub-nazionale. Il 90% dei Paesi possiede politiche nazionali intersettoriali e due

terzi ha apportato ad esse delle revisioni dal 2005.
La riduzione dell'aspettativa di vita per via dell'alcol varia notevolmente in tutta Europa. Circa il 25% della differenza

nell'aspettativa di vita tra gli uomini europei occidentali e orientali tra i 20 e i 64 anni, nel 2002 è stato attribuito

all'alcol.
Sebbene sia soprattutto sulle categorie socio-economicamente svantaggiate che si fa sentire il peso delle malattie alcol-

correlate, il costo sociale dell’alcol è ovunque molto elevato. Nel 2003 nell’Unione europea il costo totale tangibile

dell'alcol era stimato in 125 miliardi di euro, l’1,3% del prodotto interno lordo. La spesa effettiva imputabile ai problemi

dovuti al consumo di alcol ammonta a 60 miliardi di euro, mentre la potenziale produzione non realizzata a causa di

assenteismo, disoccupazione e mortalità prematura conta ulteriori 59 miliardi di euro. Oltre ai costi materiali, il consumo

di alcol risulta un costo intangibile compreso tra 152 e 764 miliardi di euro.
L'andamento nelle tre zone dell'Oms Europa
Ci sono variazioni enormi tra i Paesi, con una media europea di 9,24 litri di alcol puro consumato ogni anno. In un periodo

di 16 anni (1990-2006), i Paesi Euro-A hanno fatto registrare un maggior consumo di birra e vino.
Mentre il consumo di vino è stato piuttosto stabile per tutti i gruppi di Paesi, i Paesi Euro-B ed Euro-C hanno di recente

aumentato il loro consumo di birra a un livello vicino a quello dei Paesi Euro-A.
In termini quantitativi il consumo di alcol varia significativamente da Paese a Paese, con percentuali nazionali più basse

vicine ai 10 litri di alcol puro all'anno, e la massima superiore a 30 litri. I dati sul binge drinking, ovvero sul consumo

episodico di grandi quantità di alcol sono disponibili solo per un numero limitato di Paesi e varia in modo significativo: in

Irlanda il tasso di binge drinking tra gli uomini è del 43%, rispetto al 2% in Bosnia-Erzegovina.
Il tasso standardizzato di mortalità per cirrosi epatica è risultato essere complessivamente più alto tra i Paesi Euro-C e

più basso tra quelli Euro-A, con grandi differenze internazionali. Le donne mostrano un profilo quasi sovrapponibile a quella

degli uomini, sebbene con percentuali di mortalità significativamente più bassi. Durante il periodo di studio, la mortalità

per cirrosi epatica è aumentata nei Paesi Euro-C rispetto a quelli Euro-A ed Euro-B in cui la mortalità è stata relativamente

stabile. L'andamento di tutte le malattie del fegato negli uomini e nelle donne è simile a quello della cirrosi.
Una grande percentuale di decessi per incidente stradale è imputabile all'alcol, e lo stesso vale per la morbilità e la

mortalità dovute alla violenza.
I decessi causati da violenze è molto più frequente nei Paesi Euro-C rispetto a quelli Euro-A e Euro-B e sono molto più

frequenti tra gli uomini che tra le donne.
Alcuni dati sull'alcol in Europa
Dalle principali risposte fornite dai Paesi al sondaggio Alcol e Salute è emerso che:
il 72% dei Paesi ha una chiara definizione giuridica di bevanda alcolica
il 60% dei Paesi ha una legislazione nazionale sull'alcol; il 6,7% non ha una normativa di settore nazionale, ma possiede una

legislazione subnazionale; il 28,9% non possiede né una legislazione nazionale, né una subnazionale e il 4,4% ha una

normativa sull'alcol ancora in nuce
dei 27 Paesi con politiche nazionali sull'alcol, due terzi hanno rivisto le proprie politiche dal 2005, il 90% sono state

descritte come multisettoriali e l'81% risultano coordinate dal settore sanitario
le accise sono applicate alla birra nel 95% dei Paesi che hanno risposto al sondaggio, al vino nel 77%, ai superalcolici in

tutti i Paesi
nel corso degli ultimi tre anni nell'87% dei Paesi si sono organizzate attività di sensibilizzazione a livello nazionale
i livelli massimi di alcolemia per i conducenti sono stati fissati a un livello pari a 0 g/L in 8 Paesi; a 0,2-0,4 g/L in 9

Paesi; a 0,5 g/L in 25 Paesi e a 0,8 g/L in 3 Paesi
il test a campione dell'aria alveolare espirata viene effettuato in 27 Paesi, mentre altri Paesi prevedono l'uso selettivo di

etilometri in caso di incidente.
In Italia
Secondo il rapporto European Status Report on Alcohol and Health 2010, in Italia, il consumo pro capite di alcol da parte

degli adulti (più di 15 anni) è caratterizzato principalmente dal consumo di vino (73%). Sono consumati anche birra (22%) e

superalcolici (5%), ma in misura minore.
Il consumo pro capite dell’adulto è di circa 8,3 litri di alcol puro ed è rimasto stabile negli ultimi anni, cui si

aggiungono altri 2,4 litri pro capite derivanti da produzioni di alcol non registrate.
Complessivamente, dunque, nel nostro Paese il consumo pro capite di alcol puro è di circa 10,7 litri, con un andamento

stabile nel quinquennio 2000-2005.
Per quanto riguarda il costo sociale dell'alcol, si stima che in Italia nel 2006 la spesa totale sia stata di oltre 11

miliardi di dollari, con poco più di 2 miliardi di dollari di costi sanitari diretti e 5 miliardi di costi indiretti.
Rispetto al binge drinking (almeno 60 grammi o più di alcol puro in una sola occasione negli ultimi 7 giorni), emerge che nel

2000 i forti bevitori episodici di età compresa tra 18 e 64 anni erano l’11,1% dei maschi e l’8,5% delle femmine.