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Ortoressia: moda o ossessione? Intervista al prof. Loriedo

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Ortoressia: moda o ossessione?


La sindrome da alimentazione perfetta imperversa anche in Italia, e per saperne di più ne abbiamo parlato con il Prof. Camillo Loriedo, direttore UOC di Psichiatria e Disturbi del Comportamento Alimentare dell'Umberto I
di Maria Grazia Panasci


Professor Loriedo, ci può spiegare cos'è, innanzitutto, l'Ortoressia?

L'Ortoressia è un disturbo dell'alimentazione ritenuto di minore gravità, perché produce generalmente (ma non sempre) danni limitati, soprattutto se confrontato con altri disturbi più gravi come l'Anoressia Nervosa e la Bulimia Nervosa.

Il termine, il cui significato letterale vuol dire "alimentazione corretta" o "alimentazione pura", è stato coniato da Steve Bratman nel 1997, autore anche di uno specifico test per una prima autovalutazione della patologia. Consiste in una tendenza pervicace ed incoercibile a scegliere cibi ritenuti "sani" scartando sistematicamente tutti gli altri, che vengono invece ritenuti nocivi.


Come si manifesta?

I soggetti pongono l'alimentazione al centro della loro esistenza e finiscono per ridurre progressivamente i loro interessi al di fuori di questa area. Mentre nell'Anoressia e nella Bulimia Nervosa è soprattutto la "quantità" di cibo che rappresenta un problema, qui è soprattutto la "qualità" di ciò che si ingerisce ad avere valore.

Inizialmente si manifesta nei confronti di cibi ritenuti troppo sofisticati o contenenti additivi, per estendersi gradualmente ad una serie di componenti alimentari (soprattutto i grassi, ma anche le proteine e gli zuccheri) ritenuti tabù e che vengono accuratamente evitati. In tal modo la gamma alimentare tende a restringersi progressivamente, fino a divenire limitata a pochissimi ingredienti e a modalità di preparazione ripetitive e ritualistiche.

L'apparenza iniziale è quella di una dieta sana e bilanciata ma, con il passare del tempo, quella che inizialmente appariva una scelta libera e consapevole, si trasforma in una vera e propria ossessione, che influisce fortemente anche sui rapporti affettivi e sociali, che assumono un ruolo subordinato e sacrificato rispetto al cibo (per esempio, alimentazione solitaria, prolungata per ore, rifiuto di cenare in ristorante, ecc.).

Naturalmente, oltre alle conseguenze sulla vita di relazione, a lungo andare possono crearsi anche scompensi metabolici di gravità variabile o sindromi da malnutrizione. Analogamente, la negazione di un'alimentazione diversificata favorisce la perdita del piacere del cibo, e addirittura la riduzione dei sensi dell'olfatto e del gusto, con conseguente ulteriore perdita di interesse verso il cibo in quanto tale.


Quali sono i soggetti maggiormente colpiti?

Rispetto all'insorgenza molto precoce dell'Anoressia, per quanto riguarda l'Ortoressia i soggetti colpiti sono prevalentemente adulti. Il periodo di maggiore frequenza è calcolato infatti intorno ai 40 anni. Un altro aspetto singolare dell'Ortoressia è la lievissima prevalenza nel sesso maschile, rispetto ad una preponderanza femminile pressoché assoluta nelle altre - più conosciute - forme di disordine alimentare. Il maggior coinvolgimento dei soggetti maschi si può spiegare col fatto che l'ideale maschile condiviso non è la magrezza, ma piuttosto la salute, il benessere fisico e l'apparente giovinezza.


I dati ci dicono che tale sindrome è in aumento. Ci può spiegarne i motivi?

Nelle cause di questo disturbo entrano di certo fattori psicosociali e ambientali, lo stress e la cultura del benessere, considerando che si tratta di una forma che non si è ancora resa riconoscibile nei paesi in via di sviluppo. Gli ideali di bellezza e di salute, costruiti spesso in funzione della commerciabilità di determinati prodotti, hanno certamente inciso sulla crescente diffusione dei disturbi alimentari.

Tuttavia si devono considerare anche le modalità di relazione che caratterizzano, più di altre, la nostra epoca. In particolare l'emotività e i sentimenti che in precedenza venivano espresse tramite le parole, l'arte o la musica, oggi tendono ad essere veicolate tramite il cibo e il corpo. Il disagio personale e quello alimentare vengono spesso a sovrapporsi e a divenire la stessa cosa, quando l'unica maniera plausibile di espressione passa per l'alimentazione e per il consumo di beni di breve durata. L'incapacità di esprimere le proprie istanze emozionali diventa così una forma di sofferenza che genera sofferenza e che assume il nome di Alexitimia (incapacità di esprimere le emozioni) prendendo la via corporea e alimentare.

Come si è visto le conseguenze fisiche dipendono dalla gravità e dalla durata del disturbo, ma possono prodursi notevoli conseguenze relazionali (isolamento sociale, rituali ossessivi) ma soprattutto possono insorgere altri disturbi dell'Alimentazione di grado più severo: infatti, la propensione a trasformarsi in Anoressia Nervosa è molto comune. Anzi, poiché questa trasformazione avviene spesso in quasi la metà degli ortoressici (46%) si può a ragione sostenere che l'Ortoressia sia uno di dei più efficaci fattori predittivi dello sviluppo di una vera e propria Anoressia Nervosa.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)