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Osservatorio Nazionale sulla Salute: italiani sempre più poveri e depressi

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Italiani sempre più poveri e depressi

La crisi fa male alla salute. E quella degli italiani è sempre più a rischio, per colpa  dei tagli, sempre più frequenti da parte di servizi pubblici e regioni, sulla 'prevenzione'. Ma l'effetto del dissesto economico porta pure a un'altra conseguenza: la quota di italiani che potrebbe 'scivolare' sotto la soglia di povertà è salita a ben una famiglia su quattro, con un aumento del 7% degli indigenti.
È un quadro allarmante, quello delineato dal Rapporto Osservasalute 2011 e pubblicato dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute, presentato il 23 aprile all'Università Cattolica di Roma.
«SALUTE ITALIANI ANCORA BUONA». Walter Ricciardi, coordinatore del documento, ha ammesso: «La salute degli italiani resta tutto sommato ancora buona, ma la crisi sta erodendo la 'rendita' del Paese anche sul versante sanitario». E ha lanciato un allarme: «La situazione si avvia all'insostenibilità, soprattutto nelle Regioni sottoposte a piano di rientro». Inoltre, la situazione rischia di peggiorare: «Colpa delle scelte in ambito di politica sanitaria e delle ultime manovre economiche».
IN AUMENTO LE RICHIESTE DI ANTIDEPRESSIVI. Nell'analisi, inoltre è stato rilevato che viviamo «un disagio diffuso dilagante, scatenato dalle difficoltà socio-economiche». E lo si deduce da alcuni fattori: come ad esempio l'utilizzo di farmaci antidepressivi. Il dato è in aumento: da 8,18 dosi giornaliere per 1000 abitanti nel 2000 a 35,72 nel 2010 ed è sintomo della ricerca di una 'cura rapida' al senso di malessere anche se, avvertono gli esperti, non sempre sono rilevabili concrete motivazioni cliniche.
Secondo effetto: un incremento del numero di suicidi. Le cifre hanno dimostrato che anche per l'Italia i casi sono in aumento: nel 2006 erano 3.607, contro i 3.799 casi del 2008.
ITALIA SEMPRE PIÙ VECCHIA. Il Rapporto ha riscontrato inoltre un tendenziale aumento della popolazione residente in Italia, rispetto al biennio 2008-2009 imputabile però, sostanzialmente, alla componente migratoria. Inoltre, la fecondità delle straniere (2,23) è quasi doppia rispetto alle italiane (1,31). Ne consegue che il Paese sta invecchiando: nel 2010 la popolazione in età 65-74 anni rappresenta il 10,3% del totale, e quella dai 75 anni in su il 10%. Si è confermata regione più vecchia la Liguria (gli anziani di 65-74 anni sono il 13%), mentre quella più giovane la Campania (65-74 anni sono l'8,3%). E sono sempre di più gli anziani che vivono soli: oltre uno su quattro.
È migliorata ancora la speranza di vita: al 2010 è pari a 84,4 anni per le donne e 79,2 anni per gli uomini.
E IL SOVRAPPESO È IN AUMENTO. È cresciuta ancora la percentuale di italiani che ha problemi con la bilancia: nel 2010, il 35,6% della popolazione adulta è in sovrappeso, mentre una persona su dieci è obesa (10,3%). E ancora: è sedentario e non pratica alcuno sport il 38,3% della popolazione. Poco da fare anche sul fronte della lotta all'abuso di alcol: la prevalenza dei consumatori a rischio è pari al 25% degli uomini e al 7,3% delle donne. Quanto al fumo, non rinuncia alle sigarette una persona su quattro, perlopiù giovani.

 


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)