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Giovani donne sempre più pericolose al volante. Studio USA

Le giovani donne che causano incidenti stradali a causa dell’alcol sarebbero in aumento tanto da aver raggiunto i coetanei maschi. Lo sostiene una ricerca americana condotta dal team del Pacific Institute for Research and Evaluation di Calverton nel Maryland (USA).
L’obiettivo dello studio era quello di determinare se, il rischio di rimanere coinvolti in incidenti stradali per stato di ebbrezza fosse cambiato dal 1996 al 2007 e capire quali fossero le cause principali degli incidenti ai giorni nostri e le differenze di genere. Nel ’96 gli Stati Uniti registravano una notevole differenza di genere tra minorenni maschi e femmine e, nel caso degli incidenti d’auto, gli uomini registravano sempre valori più alti rispetto alle donne. I dati del 2007 però mostrano che il gap tra i due generi è stato colmato.
Gli studiosi hanno confrontato i dati relativi al tasso alcolemico presente nel sangue delle persone coinvolte in incidenti stradali avvenuti negli Stati Uniti tra il 2006 ed il 2007 (circa 6.863 totali di cui il 22,8% riguardava le donne). In un secondo momento sono state condotte le stime di rischio e confrontate con quelle emerse nel 1996.
I risultati hanno mostrato che, tra i giovani bevitori di età compresa tra i 16 e i 20 anni, avere un tasso alcolemico nel sangue compreso tra 0,02% e 0,04% comportava un rischio 3 volte superiore di rimanere coinvolti in un incidente stradale rispetto ai coetanei sobri. E la probabilità di perdere la vita in un incidente, con il solo conducente coinvolto, era 4 volte superiore.
Secondo i ricercatori quindi, è necessario incrementare le misure di prevenzione per una guida sicura soprattutto tra i minorenni e i neopatentati con opportune campagne di sensibilizzazione da parte dei governi. In tal senso l’Italia ha attivato a partire dal 2008, grazie al Dipartimento Politiche Antidroga, il progetto Drugs on Street incentrato sulla sicurezza stradale, contro la guida dopo il consumo di alcol e droghe.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)