Padova: giovani "spritzaroli" a rischio alcolismo
alcol birra vino alcool prevenzione progetto giovani alcolismo
Monitorati grazie al progetto "Che piacere" 5 mila studenti minorenni di 25 istituti. Il 70 per cento beve almeno un bicchiere al giorno. Aumentati poi gli accessi al pronto soccorso di ragazzi intossicati da cocaina e altre sostanze eccitanti
IL GAZZETTINO 20 giugno 2009
Essere soliti rientrare dopo mezzanotte, disporre di una paghetta settimanale di oltre 15 euro, frequentare con solerzia pub e discoteche: tre indizi messi insieme che possono fare una prova, quella dell'alcol-test positivo. E' il tris di variabili che rischia di compromettere pesantemente la salute dei nostri ragazzi: cinquemila, tra gli 11 e i 17 anni, frequentanti 25 scuole medie e superiori di Padova e provincia, sono stati coinvolti nel progetto "Che piacere" promosso da un'unione di forze, la Tossicologia delle Farmacodipendenze e la Clinica medica V dell'Azienda ospedaliera, il Rotary Club Padova, la Neuropsichiatria infantile dell'Ulss 16, la facoltà di Scienze della Formazione dell'Università. «Bevono i giovani, e bevono parecchio: il 10% degli undici-dodicenni per giungere al 65% dei sedici-diciassettenni. Il 70% di loro - ha spiegato il professor Luigi Gallimberti, presidente insieme al collega Angelo Gatta del convegno "Abuso e dipendenza da alcol" ieri in Policlinico - consuma mediamente un bicchiere di alcol al giorno ma c'è un preoccupante 10%, tra i più grandi, che ne assume cinque o più. E per questi la prevenzione non è più efficace».
Sotto accusa birra, vino, superalcolici ma soprattutto i "super-spritz", cocktail extra-strong che arrivano a 20-25 gradi, estremamente ardui da smaltire. «Nella nostra indagine, durata quattro anni, abbiamo notato che chi ha in tasca sotto i 15 euro a settimana è praticamente immune dal pericolo-alcol, non così chi gode di una disponibilità economica tra i 15 e i 27 euro, portato a bere due bicchieri al giorno, peggio ancora chi dispone di oltre 30, 35 euro e arriva a cinque bicchieri. Altra discriminante è frequentare assiduamente bar e luoghi di aggregazione dove è facile procurarsi da bere, perchè l'emulazione è sempre in agguato». E quanti trascorrono la notte fuori sono più a rischio di altri. «La società non educa all'autocontrollo - ha ricordato Gatta - e quando questo viene meno non solo si è più esposti all'alcolismo ma anche al consumo di sostanze stupefacenti, ai disturbi alimentari e all'obesità».
Analizzando 50 mila cartelle cliniche, è stato inoltre rilevato un impressionante aumento degli accessi al Pronto soccorso dell'Ospedale per intossicazioni di cocaina ed eccitanti, con un riflesso nell'aumento di ricoveri per problematiche psichiatriche correlate. Altro tema spinoso: l'inserimento degli alcolisti, sofferenti di cirrosi epatica, in lista d'attesa per trapianto di fegato. Tempo addietro un bevitore incallito, a forte rischio di ricaduta, minacciò il ricorso alla magistratura se non fosse stata esaudita la sua richiesta: quell'episodio aprì un ampio dibattito