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Padrone e tiranno di vite giovanili...l'alcol

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PADRONE E TIRANNO DI VITE GIOVANILI...L'ALCOL


di Giusy Giannone


Recita un proverbio giapponese: "Prima l'uomo beve un bicchiere, poi il bicchiere beve un bicchiere. Infine il bicchiere beve l'uomo". Epoca delle passioni tristi, diceva Spinosa, filosofo del ‘600. E mi stupisce quanto questa espressione sia ancora valida, tanto da essere recentemente ripresa da 2 psichiatri: Miguel Benasayag, Gerard Schmit.


In questi ultimi anni tra le passioni tristi dei nostri giovani si è aggiunta prepotentemente anche la droga alcol. Ho detto droga a ragion veduta, perché l'alcol crea assuefazione, distrugge l'organismo cellula dopo cellula, e rende schiavi proprio come le altre droghe. L'alcol è una droga presente e sottovalutata, quotidianamente pubblicizzata e abbondantemente consumata. Secondo i dati (presentati nel 2010), contenuti nel report "Brindo alla vita" realizzato dal Movimento del consumatore con la collaborazione della Regione Sicilia, l'80% dei ragazzi siciliani beve tra i 14 e i 17 anni. 13 anni è l'età della prima ubriacatura. Il 12% dei ragazzi beve per la sensazione di euforia che ne deriva, il 4% per emulare i più grandi, il 5% per affrontare i problemi della vita. Le medie dei giovani siciliani che abusano di alcol si sono negli ultimi anni adeguate perfettamente a quelle europee. Il modello di consumo alcolico mediterraneo sembra essere diventato quello caratteristico del nord Europa del "Binge-Driking". Letteralmente Binge-Driking significa ubriacatura, sbornia, sbronza, ossia il bere fino ad ubriacarsi che si manifesta in contesti di socialità. L'attenzione è posta sulla quantità di alcool che i giovani assumono individuando il limite a cinque drink per gli uomini e quattro per le donne, bevuti tutto d'un fiato. Esso è un fenomeno in costante diffusione tra i nostri giovani a dispetto delle conseguenze.


L'abuso di alcol provoca un aumento della mortalità in molte malattie, dalla cirrosi epatica alle psicosi di origine alcolica, alle miopatie alcoliche, polinevriti, gastriti, apoplessia cerebrale; aumenta anche la probabilità di contrarre tumori come il cancro, e determina danni al sistema riproduttivo. Non è da prendere alla leggera neanche l'avvelenamento da alcol, una reazione fisica e potenzialmente fatale dovuta alla deprivazione di ossigeno al cervello a causa dell'overdose di alcol. Esso, inoltre, è all'origine di comportamenti devianti e violenti, di suicidi, crimini familiari, esclusioni sociali e di incidenti stradali mortali (le cosiddette stragi del sabato sera). E' causa di attività sessuali non pianificate che presentano per le donne il rischio di gravidanze indesiderate, comporta il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili, provoca il peggioramento delle prestazione scolastiche che possono portare all'abbandono degli studi. "L'uso eccessivo di alcol da parte dei giovani potrebbe definitivamente compromettere le normali connessioni nel cervello che assicurano il funzionamento del cervello da adulti". A dirlo è uno studio della Loyola University, negli Usa, presentato durante il congresso della Society for Neuroscience a San Diego. Gli scienziati hanno esaminato nei topi gli effetti a lungo termine dell'abuso di sostanze alcoliche sulla produzione di cortisolo, l'ormone delle stress. Come gli uomini, anche gli animali producono lo stesso ormone in risposta a situazione di stress fisico o psicologico. I topi che avevano ricevuto la somministrazione più ingente di alcol in età precoce, una volta cresciuti, mostravano una reazione più repentina degli ormoni a nuove assunzioni di alcol. Negli uomini, secondo i ricercatori, questo potrebbe tradursi in una maggiore predisposizione a atteggiamenti come irritabilità, stress, ansia e persino depressione. L'uso continuato di alcol induce una diminuzione delle capacità mentali e razionali di una persona sfociando nel tempo in una vera e propria modificazione dell'Io. Il senso di critica cala, il controllo diminuisce e si accentua l'incapacità ad uscire dalla dipendenza e i vuoti che l'alcol crea nello stesso tempo li riempie. L'alcolismo cronico ruba insomma tutte le caratteristiche di una persona, facendola regredire sino ad acquisire significativi comportamenti infantili come la ricerca di una continua soddisfazione e la passività. Questo processo accomuna gli alcolisti, che arrivano ad assomigliarsi tutti, proprio per l'effetto di spersonalizzazione determinato dalla sostanza.


La prevenzione dell fenomeno "alcolismo" si scontra contro un bombardamento culturale, dove assumere alcol dà un contributo significativo per la propria realizzazione, dove i luoghi di incontro giovanili sono diventati principalmente i bar e i pub, e dove "il rito dell'aperitivo" o del consumo di alcol diventa l'occasione per relazionarsi e stare "bene" insieme. Questo contesto è spesso confortato dal mondo adulto che, confuso, lancia messaggi contraddittori, spesso incoerenti, a volte non consapevoli e altre di aperta complicità. Anche la pubblicità gioca un ruolo incisivo, un martellamento pressante, subdolo, suadente, senza scampo. Fatto sui figli di una cultura edonista, radicale e individualista, dove i desideri sono legge, dove prospera la cultura del rischio e del tutto è lecito, dove l'imperativo è la libertà di auto/determinazione... fino all'auto/distruzione! La sfida è proprio quella dell'educazione al valore della propria libertà fino al corretto e responsabile comportamento davanti al bicchiere da bere, per non correre il pericolo di essere ‘bevuti' perdendo così la propria dignità e la vita.


Il problema dell'alcolismo è spesso meno evidenziato rispetto alle altre droghe, e questo probabilmente perché l'alcol è una droga lecita che spaventa meno o anche perché non è, nella mentalità comune, associata al tema del disagio giovanile, come invece avviene per gli spinelli. Spesso, quindi non si tiene conto di come l'età si sia velocemente abbassata rispetto al primo bicchiere. L'alcolista prima di diventare tale, ha un disagio profondo da lenire, un'inadeguatezza da superare e un vuoto da colmare. E' il disagio esistenziale e la fragilità psicologica di chi affronta l'insostenibile leggerezza della propria vita con mezzi pericolosi come l'alcol coltivando l'illusione di una appagante percezione di sé. La significatività della dipendenza alcolica va letta prendendo in considerazione almeno tre diverse dimensioni che si influenzano reciprocamente e cioè la struttura intrapsichica personale, il contesto familiare e la struttura sociale. Tra i differenti fattori evidenziamo:


- Piacere del rischio: I ragazzi per acquisire l'indipendenza devono assumere dei piccoli rischi, che li fanno sentire grandi e che possono essere emozionanti, ma bere equivale a rischiare la vita stessa.


- Desiderio di trasgredire: La nascita della capacità di pensare astrattamente porta anche a contestare, a mettere in stato d'accusa i valori degli adulti, a trasgredire per verificare insieme ai compagni ciò che è vietato, ciò che non si conosce, ciò che desta curiosità.


- Mancanza di interessi, assenza di obiettivi: Essa porta alla noia e a sentimenti di inutilità. Molti giovani si accostano all'alcol proprio per vincere questi sentimenti e per sentirsi vivi emozionalmente.


- Dipendenza dal gruppo: Sia un clima autoritario che permissivo sono nocivi. I ragazzi infatti, sia nel timore della severità dei genitori che nel sentirsi trascurati in famiglia, possono reagire rifugiandosi nel gruppo dei compagni, al punto da dipenderne completamente. Non per caso l'assunzione di alcol da parte degli adolescenti si verifica in compagnia dei coetanei ed è un'esperienza quasi sempre vissuta come piacevole perchè alcune sostanze, tra cui l'alcol, favoriscono i rapporti sociali, attenuano l'ansia, eliminano la noia, favoriscono la distensione, cancellano la stanchezza.


- Scarsa autostima: L'autostima è basilare per saper affrontare con serenità le difficoltà piccole e grandi che si succedono nel ciclo della vita. La deficitaria autostima causa una scarsa integrazione del Sè interno e delle immagini oggettuali e ha come conseguenza una seria difficoltà nella capacità introspettiva, nello sperimentare adeguatezza psichica e corporea alle pressanti richieste del mondo esterno.


Nella genesi di abuso di alcol fondamentale risulta l'incapacità di esprimere e graduare emozioni e sentimenti, di affrontare e tollerare la sofferenza, di attivare meccanismi di difesa adeguati alle circostanze. Queste caratteristiche di personalità renderebbero l'individuo particolarmente vulnerabile e, in situazioni di crisi, provocherebbero una inadeguata capacità di autogestione che si manifesta nella difficoltà di valutare le proprie capacità e di gestire le risorse. Così quando l'alcol fa sperimentare un soggettivo beneficio o una parvenza di normalità funzionale può svilupparsi la dipendenza. (Treece e Khantzian (1986))


La sicurezza vissuta nei primi anni è uno dei fattori alla base del senso di identità nell'età adulta o quantomeno un fattore che indirizza nel corso dello sviluppo verso scelte o atteggiamenti che rafforzano la fiducia in sé stessi e negli altri. Kohut così definisce il pensiero psicanalitico sull'alcolismo: "Le delusioni traumatiche sofferte durante le fasi precoci dello sviluppo degli oggetti interni idealizzati, hanno privato il bambino della graduale interiorizzazione di esperienze come essere rassicurato, calmato e aiutato. Tali individui rimangono così fissati su parti di oggetti arcaici, che ritrovano, per esempio, sotto forma di sostanze. La sostanza, però, non serve come un sostituto di oggetti d'amore, o per una relazione con essi, ma come un sostituto di un difetto nella struttura psicologica". (Kohut, 1977 ).


Altri studi evidenziano che l'alcolismo va considerato come un sintomo che si rende evidente in un componente della famiglia, ma che appartiene allo stile di vita dell'intero sistema familiare. La famiglia sembra avere un ruolo importante nell'alcolismo maschile, soprattutto quando c'è un padre alcoldipendente. L'alcolismo femminile non è necessariamente collegato a un padre con il problema dell'alcol, piuttosto basta una figura paterna autoritaria, iperprotettiva, severa e che mostri una esagerata predilizione per la figlia a spingere una donna, con un bere già problematico, ad eccedere. L'assunzione di sostanze potrebbe essere interpretata come un'inappropriato tentativo di automedicazione, quasi sempre non rivolto verso un preciso e conclamato disturbo psichico ma bensì corrispondente ad una indistinta e generalizzata condizione di disagio e malessere, capace di generare nel soggetto una forte e persistente sofferenza psicologica. I disturbi affettivi, sono sovente all'origine dell'alcolismo, ma va sottolineato che la depressione spesso è la conseguenza dell'alcolismo. La tristezza porta sovente alla ricerca di meccanismi di sollievo come l'alcol, che diventa o il mezzo euforizzante o lo strumento di autodistruzione e di punizione.
Anche la condizione socioeconomica influisce sulla condizione di alcolismo sia direttamente per la scarsità di mezzi economici necessari per una vita dignitosa e soddisfacente, sia per la difficoltà a trovare realizzazioni personali.


Non vogliamo rifugiarci nella speculazione, ma cercare di capire l'ennesimo e dilagante modalità in cui si declina il disagio giovanile. Non sottraendoci alle responsabilità dobbiamo capire per intervenire in modo efficace. Bere è un sintomo che provoca autodistruzione, ed è il precipitato di molteplici fattori tra cui non vanno esclusi assolutamente gli inquinamenti di carattere sociale. I giovani hanno forse necessità di "un tempo condiviso.... Nel quale tutti dipendiamo dagli altri", che "non è una condanna né un limite", ma "la base..... delle passioni gioiose" (come diceva ancora Spinosa), e dello sviluppo delle "mille e una potenzialità di ognuno di noi". È questo vuole essere il tentativo di riattivare la speranza di un futuro come promessa e non come minaccia, (Miguel Benasayag - Gerard Schmit: L'epoca delle passioni tristi), un futuro in cui condividere il tempo bevendo una bibita insieme è sinonimo di gioia e non preludio di morte.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)